SOS ACQUA
08 Dicembre 2016 - 08:46
L’area ex Feltrinelli quando ancora si stava costruendo il centro commerciale CremonaPo
CREMONA - Nei 12.500 metri quadrati dell’ex area Feltrinelli, di proprietà della società competente sulle aree esterne del centro commerciale CremonaPo, seguendo le linee guida di un piano regolatore che prevede lì la possibilità di nuovi insediamenti sorgeranno nuove superfici di piccola e media vendita. Il progetto è già stato visionato dalla commissione Paesaggio del Comune che, non potendo opporsi all’opera, ha concesso il suo obbligato via libera ottenendo che l’apertura degli spazi commerciali sia verso via Sesto. I lavori sono previsti per la prossima primavera. Ma intanto, adesso, è già l’ora delle polemiche. Con le categorie del commercio sulle barricate.
Confcommercio, per prima: «Non si rigenera il centro della città — mette subito nel mirino il Comune nel suo intervento, duro, il presidente Vittorio Principe — se si concedono aree per ampliare i poli di grande distribuzione, una scelta incoerente con gli impegni assunti con il centro e le sue imprese». L’alternativa possibile secondo Principe: «Si pensi, ad esempio, al nuovo palazzetto, da tempo auspicato (l’ex vicesindaco Luigi Baldani sognava proprio lì il palaghiaccio ndr) ma mai effettivamente decollato. E questo nonostante lo sport cremonese (con Pomì e Vanoli) abbia saputo conquistare i vertici nazionali. Serviva, insomma, un piano che potesse permettere una efficace sinergia tra pubblico e privato. Non si sarebbe scontentato nessuno, proprio perché il Comune avrebbe dovuto decidere in merito a una sua proprietà. Invece si è preferita la via più comoda e semplice: capitalizzare nell’immediato, pur consapevoli che così si assedia ulteriormente il centro».
E in trincea scende anche Confesercenti. Per una questione di metodo: «Innanzitutto — va subito all’attacco il presidente facente funzioni Agostino Boschiroli — non posso non stigmatizzare l’aver appreso la notizia solo da fonti non ufficiali nonostante il confronto con l’amministrazione sia costante su tantissimi temi. E questo stupisce: possibile non vi sia stato modo e tempo per comunicare quanto si stava profilando nelle sedi opportune, in maniera da valutare insieme una scelta che creerà ulteriore danno ad un centro città da anni in sofferenza?».
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