SOS ACQUA
06 Dicembre 2016 - 15:23
L'esterno dell'hotel Ibis di via Mantova a Cremona
CREMONA - Altro confronto, martedì 6 dicembre in mattinata, sul futuro ormai segnato dell’hotel Ibis, destinato alla chiusura entro fine anno. Al tavolo, in una riunione che si racconta essere stata decisamente più accesa nei toni di quelle che l’hanno preceduta, si sono seduti i referenti di tutti i sindacati — Mario Giuseppe Santini di Filcams Cgil, Marco Tencati di Uil Tucs e Angela Lazzaro per Fisascat Cisl — e per la società il direttore responsabile del personale Dionigi Orlandi Venturelli affiancato dalla consulente legale Nadia Stoppa. Scenario senza mutamenti: per la HaccorHotels non esiste alcun — nemmeno minimo — margine di manovra. Alternative zero all’addio. E a fronte della chiusura totale ad ogni ipotesi differente da quella che prevede le serrande abbassate, i sindacati hanno incalzato facendo presente un’anomalia in particolare: «Abbiamo sottolineato — la descrive Santini — come, nonostante una perdita consolidata di 300mila euro all’anno che la proprietà indica come esistente da otto anni, mai nessuno si è rivolto al sindacato. Chiedendo, ad esempio, ammortizzatori sociali che avrebbero, almeno, potuto accompagnare i dipendenti ad un percorso di uscita meno traumatico di quello che si profila ora». Alla fine, non senza scontro anche duro, il colosso francese che controlla lo storico albergo di via Mantova ha garantito la propria disponibilità a garantire un incentivo all’esodo per i 13 lavoratori destinati a perdere il lavoro sotto forma di sette mensilità. Prossimo incontro già fissato al 14 dicembre. Per provare a siglare un’intesa che preveda, seppure a fronte della chiusura e della completa uscita dei dipendenti, almeno parziali tutele economiche.
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