SOS ACQUA
01 Dicembre 2016 - 19:00
I black bloc a Cremona
CREMONA - Sulle violenze esplose alla manifestazione nazionale antifascista organizzata dal centro sociale Dordoni il 24 gennaio 2015, un sabato blindato in una città fantasma, la procura passa al contrattacco: «E’ devastazione», «gli antagonisti erano consapevoli di partecipare ad un progetto comune teso alla devastazione». E ricorre in appello contro la sentenza con la quale il gup, Christian Colombo, in luglio aveva assolto dal più grave reato di devastazione l’antagonista di spicco del Csa Dordoni, Filippo Esposti, che nei giorni antecedenti la manifestazione acquistò caschi, giubbotti e zaini neri poi utilizzati dai black bloc schierati nelle prime file del corteo. E con la quale aveva condannato ‘solo’ per danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale il bresciano Samuele Tonin (10 mesi e 3 giorni di reclusione) e ‘solo’ per resistenza a pubblico ufficiale il siciliano Marco Codraro (9 mesi e 26 giorni). Nelle diciannove pagine di atto d’appello, i pm Lisa Saccaro e Laura Patelli criticano la sentenza del giudice, perché «in essa non vi è traccia dell’analisi e conseguente valutazione che era doverosa» delle «immagini in atti» girate dalla Digos, dalle quali emerge come «complessivamente la tranquillità dell’intera città, oltre la rilevante area interessata direttamente dagli assalti di cosiddetti antagonisti» fosse stata «turbata in quelle ore a causa delle modalità violente che la manifestazione aveva assunto».
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