SOS ACQUA
29 Novembre 2016 - 20:16
L'ingresso del Juliette 96
CREMONA - Dei due titolari del Juliette, è quello che si affannava al telefono per reclutare ‘ragazze immagine’, ma anche ‘ragazze giuste, sportive e da combattimento’ per i facoltosi clienti del noto locale di via Mantova: uomini disposti, il mercoledì e il venerdì sera, a spendere parecchi soldi per cenare prima, e per fare sesso poi con le escort. «Tante volte volevo fare festa da solo. I soldi volevo spenderli per me con le ragazze. So che è immorale, c’è qui mia moglie, ma le ragazze le cercavo per me». Marco Pizzi parla per la prima volta nell’aula penale. Lo fa martedì 29 novembre, giorno della sua difesa nel processo per favoreggiamento della prostituzione e cessione di cocaina ai clienti del Juliette. Sono le accuse che il 30 giugno di un anno fa lo mandarono in carcere con il cugino Gianluca Pizzi. Allora, nell’interrogatorio di garanzia si avvalse della facoltà di non rispondere. Diciassette mesi dopo, Marco Pizzi risponde al giro di valzer delle domande del pm Francesco Messina e dei difensori.
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