L'ANALISI
19 Novembre 2016 - 08:22
Mario Coppetti
CREMONA - Mario Coppetti non avrebbe voglia di rilanciare la polemica. Ma visto che il confronto sulle sue parole esiste dentro e fuori l’Anpi, e non tende a spegnersi, allora tiene a rimarcare le ragioni della sua affermazione al Filo, durante la festa organizzata per il suo 103esimo compleanno: «Di partigiani ne sono rimasti due o tre, gli altri sono solo iscritti all’Anpi. Ma parlano a nome di tutti» aveva detto. Poche righe, che hanno tuttavia avuto l’effetto di scatenare più di una reazione (pacate nei toni, ma che in qualche modo prendevano distanza da quanto affermato da Coppetti), riassunte nelle lettere arrivate in redazione e poi pubblicate su La Provincia. Ecco, il ‘vecchio partigiano’ le archivia così: «Non rispondo perché non sono state offensive e rispetto le idee degli altri. E io dico sempre la mia. In ogni sede e davanti a chiunque, anche al ministro Maria Elena Boschi». Ed eccoci al punto, ovvero alla frase pronunciata al Filo. «La confermo — ci ha detto Coppetti — e confermo il mio pensiero: un conto sono i partigiani, un conto è l’Anpi. Mi spiego: quando l’associazione prende posizione su un qualsiasi tema, è l’associazione che parla. Lo fanno gli iscritti e non i partigiani».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris