SOS ACQUA
16 Ottobre 2016 - 09:20
Il Po e nel riquadro un agente ittico
CAORSO - Nove reti da pesca sequestrate e i pescatori di frodo che tornano nella Bassa Piacentina. Nella notte fra giovedì 13 e venerdì 14 ottobre gli agenti ittici e ambientali del gruppo Carp Fishing Italia di Piacenza, guidati dal presidente provinciale Mauro Beghi e dal dirigente Alessandro Gambazza, durante un servizio antibracconaggio promosso dalla Regione Emilia Romagna e coordinato dalla polizia provinciale di Piacenza, hanno infatti rinvenuto lungo il Po a Roncarolo attrezzi vietati. In particolare nove bertovelli: una rete da pesca a imbuto che viene posizionata nell’acqua e poi ritirata in un secondo momento, quando all’interno c’è un sufficiente numero di pesci intrappolati. Gli agenti ittici hanno visto queste reti durante il pattugliamento in barca. All’interno dei bertovelli erano già presenti vari pesci ma si trattava di specie ittiche alloctone (non originarie del Po, ma importate) e dunque gli agenti le hanno sequestrate per il conferimento nell’apposita vasca provinciale, essendo vietata la re-immissione nel fiume. Dei pescatori di frodo nessuna traccia, anche se chi frequenta le rive di Roncarolo assicura che da giorni ci sono movimenti strani: i ‘predoni del Po’ sarebbero tornati e, stando a quanto riferito dagli esperti, stanno setacciando il fiume con un eco-scandaglio. Quando individuano branchi di pesce si ancorano e non usano solo reti: anche fili fissati ai tronchi e che vanno a creare una vera e propria ‘ragnatela’.
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