SOS ACQUA
06 Ottobre 2016 - 08:19
Migranti al largo su un gommone diretti in Italia
CREMONA - In prefettura, dove affrontano ormai da mesi e giorno per giorno quel fronte sempre più delicato, fra l’altro obbligati spesso ad assolvere a richieste — quelle del ministero competente — avanzate al mattino per la sera, rimangono prudenti: «Se siamo in emergenza? L’emergenza è diventata ordinarietà». Ma di fatto, dopo due settimane di sostanziale tregua, con ‘appena’ una decina di arrivi registrati negli ultimi quindici giorni, Cremona si prepara a garantire di nuovo un contributo massiccio all’accoglienza, con le assegnazioni al territorio destinate ad aumentare in conseguenza degli sbarchi che nel Mediterraneo hanno ripreso ad essere quotidiani. Non ci sono ancora certezze sui numeri e nemmeno informazioni precise sui tempi ma, accolti già mercoledì 5 ottobre i primi nove migranti, ipotizzando una stima verosimile ci si attendono non meno di cinquanta profughi nelle prossime due settimane. E settanta, anche ottanta, entro fine mese. Con, già ora affacciato all’orizzonte, il problema di sempre: la mancanza di un numero sufficiente di alloggi. «Noi — spiega don Antonio Pezzetti, direttore della Caritas — alla Casa dell’Accoglienza non abbiamo più un solo posto. Almeno, quella è la situazione attuale, al netto delle partenze che possono sempre verificarsi e che liberano spazi. Siamo in grado di garantire le prime procedure, dalla doccia al pasto alla consegna degli abiti, ma nient’altro».
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