SOS ACQUA
03 Ottobre 2016 - 09:42
CREMONA - Aggredito da un detenuto in carcere, un agente di polizia penitenziaria in servizio a Cremona non ha potuto neppure fare affidamento sull’allarme del reparto perché fuori uso. Lo denuncia il Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria).
I fatti risalgono alla serata di sabato 1 ottobre. “Un detenuto italiano di circa 25 anni, con posizione giuridica definitivo per reati contro il patrimonio, ha aggredito senza alcuna ragione un agente di polizia penitenziaria che è poi dovuto ricorrere alle cure dell'ospedale. L'agente era solo nella sezione detentiva e, grazie alla sorveglianza dinamica, il detenuto era libero di muoversi tra i reparti. L'agente avrebbe tentato di attivate il pulsante di allarme contro le aggressioni presente nel reparto ma la stesso non funzionava... Così è lasciata la polizia penitenziaria a Cremona, allo sbando e senza alcuna tutela: una vergogna”, spiega il segretario regionale del Sappe della Lombardia Alfonso Greco, che esprime al poliziotto ferito “solidarietà e vicinanza”.
Da Roma, il segretario generale del Sappe Donato Capece sottolinea che “la polizia penitenziaria, nelle diciotto carceri della Regione Lombardia, è formata da persone che nonostante l’insostenibile, pericoloso e stressante affollamento – al 31 agosto scorso erano infatti detenute nelle celle 7.927 persone rispetto ai 6.120 posti letto regolamentari - credono nel proprio lavoro, che hanno valori radicati e un forte senso d’identità e d’orgoglio, e che ogni giorno in carcere fanno tutto quanto è nelle loro umane possibilità per gestire gli eventi critici che si verificano quotidianamente, soprattutto sventando molti suicidi di detenuti o contenendo gli effetti devastanti di altrettanto numerosi atti di autolesionismo. Più di 6.350 sono invece le persone che scontano una misura alternativa o di sicurezza sul territorio regionale lombardo, senza essere fisicamente in carcere. Per questo, la polizia penitenziaria della Lombardia merita attenzione e rispetto, e rivendica il diritto a condizioni di sicurezza idonee a garantire sicurezza e buona organizzazione. Non è possibile che il sistema di allarme anti-aggressione non funzionasse, a Cremona…”.
Il Sappe ricorda infine che “nei primi sei mesi del 2016 nelle carceri della Lombardia si sono contati 481 atti di autolesionismo, 54 tentati suicidi sventati in tempo dai baschi azzurri, 3 decessi per cause naturali, 417 colluttazioni e 51 ferimenti: numeri che, più di mille parole, fanno capire con quale e quanto stress operativo si confrontano quotidianamente le donne e gli uomini della polizia penitenziaria della Lombardia”.
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