L'ANALISI
16 Luglio 2016 - 09:16
Feruccio Giovetti e i black bloc
CREMONA - L’avvocato che ‘posta’ i suoi complimenti al giudice sulla bacheca di Facebook del Centro sociale Dordoni. Il sindaco che finisce nel mirino di Forza Italia da un lato («Ora chiuda i centri sociali») e dell’estrema sinistra dall’altro, per il suo commento, duro, alla sentenza di condanna tra i 9 e i 10 mesi per danneggiamento e non devastazione, pronunciata dal gup, Christian Colombo, nei confronti di due degli autonomi protagonisti del pomeriggio di fuoco del 24 gennaio 2015, al corteo nazionale antifascista organizzato dal Dordoni. La seconda sentenza arrivata nel giro di cinque mesi dalla prima, con cui un altro giudice, Pierpaolo Beluzzi, aveva condannato a quattro anni di reclusione per il più grave reato di devastazione, i primi quattro autonomi arrestati nell’indagine della Digos. Fioccano le reazioni.
«Anziché criticare i giudici, il sindaco cominci a portare a compimento le promesse fatte più volte in consiglio comunale», è il j’accuse di Ferruccio Giovetti, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale, il quale, pur non entrando nel merito della sentenza («Le sentenze non si commentano, ma auspico che la procura la impugni), si è detto «stupito» per la diversa decisione presa da due giudici «sugli stessi fatti». Ma è contro Galimberti che Giovetti punta l’indice: «Il sindaco chiuda il Csa Dordoni e il Kavarna visto che, come lui stesso ha più volte detto, ‘hanno rotto il patto di lealtà con la città’». Non solo Forza Italia. Il sindaco finisce anche nel mirino di Alternativa Comunista. «A differenza di quanto dichiarato dal sindaco Galimberti — è scritto nel comunicato —, se qualcosa ripugna le coscienze è la campagna di criminalizzazione e di caccia alle streghe contro i militanti antifascisti dopo i fatti del gennaio dello scorso anno. La sentenza del tribunale emessa il 14 luglio è un primo passo ma non basta. Lotteremo fino al totale proscioglimento dei compagni imputati. La lotta al fascismo, razzismo e capitalismo non si ferma e proseguirà più risoluta che mai».
Intanto, il 12 ottobre si terrà l’udienza preliminare sulla rissa scoppiata la settimana prima del corteo nazionale antifascista, tra esponenti del Dordoni e di CasaPound, quando l’autonomo Emilio Visigalli fu mandato in coma all’ospedale. Secondo il pm, Laura Patelli, furono gli stessi autonomi a tendere un agguato ai militanti di CasaPound.
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