L'ANALISI
16 Giugno 2016 - 09:34
La banconota 'incriminata'
SONCINO — Ha messo in difficoltà la polizia locale, due banche, la posta, un tabaccaio, il fornaio e perfino il benzinaio: nessuno è riuscito a risolvere il mistero di una banconota da 50, consegnata mercoledì 15 giugno a un commerciante del centro storico. Il contante risulta autentico secondo alcuni macchinari, falso secondo altri e per il commerciante che l’ha incassato oltre al danno anche la beffa: non può distruggerlo e nemmeno spenderlo. Ha suscitato la curiosità di tutta piazza la ‘disavventura’ di un commerciante del borgo che, proprio nel centro del paese, ha cercato di verificare, senza successo, l’autenticità di un pezzo da 50 incassato poco prima. «La carta è leggermente sbiadita ma la consistenza e la filigrana sembravano corrette — spiega il titolare dell’attività — quindi ho deciso di verificare con due rilevatori».
Entrambi gli strumenti usati dal commerciante, uno scanner e una chiavetta a infrarossi hanno dato esito negativo: la banconota non risultava contraffatta. «Pensavo fosse tutto concluso ma quando ho visto che nessuno macchinetta, né il distributore di sigarette, né quello di gasolio accettava il pezzo, ho deciso di chiedere aiuto a due banche del paese». Ma nemmeno gli istituti di credito hanno saputo dare, incredibilmente, una risposta: un primo scan ha riconosciuto la banconota come falsa, un secondo come autentica. «Sono andato infine alle poste — conclude —. Lì mi hanno spiegato che i soldi sono veri ma probabilmente tanto usurati da ingannare le strumentazioni». Anche il numero di serie è risultato autentico e non clonato. I titolari hanno chiesto anche l’aiuto della polizia locale: «Senza prove che si tratti di un falso non posso distruggerlo» ha spiegato l’agente. Alla fine, a rimetterci è solo il fornaio che non potrà né liberarsi del contante né utilizzarlo.
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