L'ANALISI
09 Giugno 2016 - 19:05
La raffineria Tamoil
BRESCIA - "Un insulto al territorio". Lo ha detto il sostituto Procuratore generale, Manuela Fasolato. Lo ha ribadito l’avvocato Alessio Romanelli, legale di parte civile per il Comune nel processo bis, con rito abbreviato, sul caso Tamoil, l’inquinamento della falda per l’accusa superficiale ed intermedia che ha interessato l’area sottostante la raffineria, poi dismessa, e le aree delle canottieri Flora e Bissolati e del Dopolavoro Ferroviario. Il processo con rito abbreviato davanti alla corte d’assise d’appello di Brescia è alle ultime battute. Sarà infatti emessa il 20 giugno prossimo la sentenza nei confronti dei cinque manager della Tamoil, per i quali il sostituto Pg Fasolato ha chiesto pene severe, accusandoli del grave reato di avvelenamento delle acque (punito con una pena non inferiore a 15 anni di reclusione) in concorso con il disastro ambientale doloso: 8 anni e 4 mesi di reclusione per Enrico Gilberti, 7 anni e 4 mesi per Giuliano Guerrini Billi, 7 anni e 2 mesi ciascuno per Pierluigi Colombo e Mohamed Saleh Abulaiha e 7 anni e 1 mese per Ness Yammine, il solo dei cinque imputati due anni fa assolto dal gup Guido Salvini nel processo di primo grado. Nel calcolo delle pene chieste è stato computato lo sconto di un terzo previsto dal rito abbreviato.
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