L'ANALISI
26 Maggio 2016 - 19:12
Nel riquadro Mario Coppetti e Giuseppe Rossi
CREMONA - Alla vigilia del direttivo provinciale dell’Anpi di sabato 28 maggio, che all’ordine del giorno reca come solo punto ‘Relazione del presidente sugli esiti congressuali’, due di loro prendono posizione annunciando che voteranno Sì al referendum di ottobre sulla riforma della Costituzione e criticando la linea dell’Associazione, che si è schierata ufficialmente per il No e ha minacciato provvedimenti disciplinari per gli iscritti pubblicamente impegnati nei comitati per il Sì.
Mario Coppetti: un nome che non ha bisogno di presentazioni. 102 anni, scultore, esule in Francia per Giustizia e Libertà, collaboratore di Carlo Rosselli, partigiano, socialista sino al midollo, vicesindaco per tre mandati dal 1956 in poi, iscritto all’Anpi sin dalla fondazione (nel 1945) e suo presidente provinciale dal 1999 al 2006., "L'associazione ha sbagliato".
All'altro capo della provincia vive un altro partigiano conosciuto da tutti, dentro e fuori il centrosinistra: Giuseppe Rossi, 92 anni, di recente insignito dal ministero della Difesa (con altri 12 antifascisti) della medaglia della Liberazione, imprigionato durante il regime, combattente con le Brigate garibaldine sull’Appennino, presidente dell’Anpi di Casalmaggiore per più di cinquant’anni (per la precisione, dal 1963 al 2015: "Bisognava evitare rotture".
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