L'ANALISI
20 Maggio 2016 - 14:45
Il carcere di Cremona
CREMONA - Si è sfiorata la tragedia nel carcere di Cremona. “Colpa e conseguenza della protesta sconsiderata e incomprensibile di un detenuto che si è gravemente lesionato il corpo con una lametta, procurandosi ferite così gravi da rendersi urgente il ricovero in ospedale”, spiega Donato Capece, segretario generale Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, il primo e più rappresentativo della Categoria. “Sono stati momenti di grande tensione e pericolo, gestiti però con grande coraggio e professionalità dai poliziotti penitenziari. I bravi poliziotti hanno, di fatto, salvato la vita al detenuto che perdeva moltissimo sangue. Poteva insomma essere una tragedia, sventata dal tempestivo intervento dei poliziotti penitenziari che hanno operato con professionalità, capacità e competenza”.
Capece sottolinea come l’atto di autolesionismo del detenuto – uno straniero marocchino, ristretto per reati di droga e prossimo ad uscire (ottobre 2016) “è sintomatico del fatto che le tensioni e le criticità nel carcere di Cremona sono costanti e continue. E la situazione è diventata allarmante per la Polizia Penitenziaria, che paga pesantemente in termini di stress e operatività questi gravi e continui episodi critici”. Anche Alfonso Greco, segretario regionale della Lombardia, rivolge “solidarietà e vicinanza al Personale di Polizia Penitenziaria di Cremona, che ha saputo gestire in maniera professionale ed impeccabile il grave evento critico” e giudicano la condotta del detenuto che ha posto in essere l’atto autolesionistico “irresponsabile e gravissima. Nel 2015 abbiamo contato nelle carceri italiane 7.029 atti di autolesionismo, 956 tentati suicidi sventati in tempo dalla Polizia Penitenziaria, 4.688 colluttazioni, 921 ferimenti. Solo a Cremona ci sono stati 145 atti di autolesionismo, 13 tentati suicidi. Gravi i numeri riferiti alle colluttazioni, 53, e ai ferimenti, 17”.
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