L'ANALISI
11 Maggio 2016 - 08:03
Giorgio Gobbi e l'auto dove fu ritrovato morto
CREMONA - Imprenditore 43enne originario di Casteldidone ma residente a Cicognolo, conosciutissimo a Cremona per la sua attività diversificata nel campo del commercio di auto ma non solo, Giorgio Gobbi venne trovato cadavere nella sua Range Rover il 5 dicembre del 2014, a Parma davanti al Centro Torri: ucciso con due colpi di fucile al petto e poi chiuso nel bagagliaio. Come un’esecuzione. Alla maniera della criminalità organizzata, ipotizzarono i carabinieri nell’immediatezza di un delitto che poi si sarebbe invece rivelato tutt’altro, conseguenza di una questione economica tra parenti. Si era allungata allora per poi dissolversi rapidamente, l’ombra della ‘ndrangheta su quell’omicidio brutale. Salvo tornare a stagliarsi adesso, con una cappa di sospetti inquietanti e di legami pericolosi, ovviamente solo presunti considerando anche la voce da cui provengono. Li ha avanzati proprio l’uomo che ha ammazzato Gobbi per un debito, il cognato Luciano Bonazzoli, assassino reo confesso e già condannato in primo grado a 18 anni di reclusione, sentito come testimone lunedì 9 maggio, a Brescia, nel corso del processo sull’inchiesta ‘Pesci’, l’indagine dell’Arma sulle infiltrazioni della mafia crotonese nel Mantovano che aveva tra gli inquisiti lo stesso Gobbi.
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