L'ANALISI
29 Aprile 2016 - 10:48
Ravelli e Ruggeri (a destra) con gli avvocati del Comune di Cremona
BRESCIA - Davanti alla corte d'assise d'appello di Brescia è iniziato venerdì 29 aprile alle 9.30 il processo bis, con rito abbreviato, a carico dei manager della Tamoil accusati di aver inquinato la falda. Nel primo grado di giudizio, due manager erano stato condannati per disastro ambientale doloso (Enrico Gilberti a 6 anni di reclusione e Giuliano Guerrino Billi a 3 anni), due per disastro ambientale colposo (Mohamed Saleh Abulaiha e Pierluigi Colombo a 1 anno e 8 mesi di reclusione a testa). Era stato invece assolto Ness Yammine. Il sostituto Procuratore generale, Manuela a Fasolato, chiede che tutti e cinque i manager siano condannati per il grave reato di avvelenamento delle acque (pena minima 15 anni di reclusione). Il Comune si è costituito parte civile in sostituzione di Gino Ruggeri, il cittadino che nel processo di primo grado aveva fatto incassare al Comune un milione di euro come risarcimento danni. Sono parti civili anche alcuni soci delle canottieri Bissolati e Flora, il Dopolavoro Ferroviario e Legambiente. La corte è presieduta dal giudice Enrico Fischetti, giudice relatore Massimo Vacchiano più sei giudici popolari, tutte donne. Prima che iniziasse il processo, davanti al Palagiustizia Zanardelli, Sergio Ravelli, leader dei Radicali e parte civile come socio della Bissolati, e Gino Ruggeri hanno tenuto una breve conferenza stampa.
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