L'ANALISI
16 Marzo 2016 - 09:21
Il sottopasso in via Brescia
CREMONA - Nel pieno della ‘guerra dei costi’, aperta dalla decisione dell’amministrazione comunale di proporre alla Paolo Beltrami spa un accordo bonario che prevede la corresponsione di massimo trecentomila euro di ‘riserve’ anziché i due milioni richiesti dall’impresa che ha eseguito le opere, un’altra evidenza delicata si staglia all’orizzonte del sempre più ingarbugliato fronte sottopassi-sovrappasso. Riguarda in particolare il manufatto di via Brescia.
Daniele Barbieri, in qualità di rappresentante degli interessi della madre, proprietaria di un palazzo composto da sei appartamenti, quattro autorimesse e un locale commerciale da trecento metri quadrati che insiste sulla via, ha dato mandato ad un legale, nello specifico all’avvocato del foro cremonese Maria Laura Quaini, di procedere ad un’istanza giudiziaria di risarcimento danni sia nei confronti del Comune che nei riguardi dell’azienda.
La motivazione: «Durante i lavori di smantellamento del passaggio a livello prima e di costruzione del sottopasso poi sono stati provocati danni alla mia residenza, dal cancello abbattuto alle crepe ad altro. Senza contare che mi sono visto gli operai in giardino senza che nessuno mi chiedesse nemmeno permesso. Inoltre a causa della presenza del sottopasso, il contestuale abbassamento dei canoni di affitto e il calo di affari» avrebbe penalizzato l’attività al piano terra, un ristorante.
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