L'ANALISI
11 Marzo 2016 - 18:20
Violini cremonesi al MIM Musical Instrument Museum
CREMONA - E’ esploso il caso dei ‘violini in bianco’, gli strumenti fabbricati in Cina, Bulgaria o Romania e che vengono rifiniti a Cremona. Per tentare di arginare il fenomeno l’Ali (Associazione liutaria italiana) ha proposto ai suoi iscritti l’autocertificazione con cui garantiscono che il ‘pezzo’ in vendita è stato costruito dall’inizio alla fine nella sua bottega seguendo il metodo della tradizione liutaria cremonese, interamente a mano e senza l’ausilio di macchinari. Sull’onda delle polemiche sollevate da questa azione, venerdì 11 marzo si è riunita (un incontro urgente e non in agenda) la Cabina di regia del tavolo di governance della liuteria, formata da Comune, Fondazione Museo del Violino, Cna e Confartigianato. Ne è uscito un comunicato congiunto firmato anche da Camera di Commercio e Consorzio liutai di Cremona: "La tutela della qualità è un obiettivo che non si raggiunge con un’autocertificazione e certamente non si raggiunge da soli".
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