L'ANALISI
22 Febbraio 2016 - 19:25
L'arrivo in Italia di Hanefija Prijic (foto: New Eden Group)
CREMONA - Interrogato dal gip, ha scelto la linea del silenzio Hanefija Prijic, nome di battaglia ‘Paraga’, accusato di omicidio politico per aver provocato la morte, il 29 maggio del 1993, a Gornji Vakuf, in Bosnia, del cremonese Fabio Moreni e degli altri due volontari bresciani Sergio Lana e Guido Puletti, caduti sotto i colpi di mitragliatrice sparati dagli uomini del comandante bosniaco.
‘Paraga’ era arrivato in Italia il 19 febbraio scorso a bordo di un volo partito dalla Germania e atterrato a Milano Linate nel tardo pomeriggio. Ad attenderlo c’era il dirigente della Digos di Brescia, Giovanni De Stavola, che gli aveva notificato l’ordinanza della procura di Brescia firmata dai pm Valeria Bolici e Silvia Bonardi. Agli agenti della Digos di Brescia, tramite un interprete, aveva detto: «Temo la giustizia italiana».
Già condannato in Bosnia a 15 anni di carcere, ridotti poi a 13, ‘Paraga’ era stato arrestato a Dortmund, in Germania, a fine ottobre. Venerdì il bosniaco è stato trasferito nel carcere milanese di San Vittore dove ieri, assistito dall’avvocato Matteo Scapaticci, di Brescia, è comparso davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia, ma si è avvalso della facoltà di non rispondere.
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