L'ANALISI
23 Dicembre 2015 - 08:25
I carabinieri con alcune delle armi sequestrate nel maxi blitz
CREMONA - Fine gennaio 2014: con un blitz all’alba, organizzato a cavallo tra Lombardia ed Emilia Romagna, e nello specifico tra Cremona, il Cremonese e la Bassa Piacentina oltre che fra Parma e Reggio, i carabinieri smantellano con 117 arresti e decine di altri indagati quella che considerano un ramificazione della ‘Ndrangheta al nord. Ora, poco meno di un anno dopo quell’operazione denominata ‘Aemilia’, l’impianto accusatorio allestito dalla magistratura si mostra fondato: all’udienza preliminare, celebrata a Bologna, il gup Francesca Zavaglia ha infatti disposto il rinvio a giudizio per 147 imputati, pronunciando sentenza di non luogo a procedere solo per due posizioni minori. Una prima conferma processuale per la Direzione distrettuale antimafia di Bologna, che con i pubblici ministeri Marco Mescolini e Beatrice Ronchi ha coordinato «la più grande inchiesta della storia nei nostri territori» sulla criminalità organizzata calabrese, già definita, in estate, dalle 54 accuse di ‘associazione a delinquere di stampo mafioso’ e dalle 239 richieste di rinvio a giudizio.
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