L'ANALISI
12 Novembre 2015 - 16:18
Il tribunale di Cremona
STAGNO LOMBARDO — L’estorsione ai danni dell’edicolante che sabato scorso aveva avuto un rapporto sessuale con suo nipote di 16 anni gli è costata la condanna a tre anni e quattro mesi di reclusione e 1.200 euro di multa. E’ la sentenza emessa giovedì 12 novembre dal giudice Maria Stella Leone nei confronti di Abdelkalek Benjaafar, 46 anni, marocchino, ambulante residente ad Annicco, arrestato lunedì 9 novembre dai carabinieri della stazione di San Daniele Po dopo la denuncia dell’edicolante che aveva ammesso di aver fatto sesso con il minorenne in casa sua, evidenziando, però, che il ragazzo si era a lui proposto ‘gratuitamente’. Questa è la sua verità Se la posizione dell’edicolante è al vaglio della magistratura, sul banco degli imputati c’era Benjaafar. La sua fedina penale racconta di una sentenza definitiva di condanna a un anno e quattro mesi di reclusione per tentata violenza sessuale di gruppo emessa dalla corte d’appello di Bologna. E da Bologna è arrivato a Cremona Alfonso Marra, l’avvocato che assiste il marocchino e che prima che cominciasse il processo, ha parlato con il collega Carlo Alquati, legale dell’edicolante. Motivo del colloquio: la proposta, poi accolta, di risarcire il danno patrimoniale alla vittima dell’estorsione. Di restituire all’edicolante i trecento euro che sabato, sotto la minaccia di morte, aveva consegnato allo zio del minorenne. L’accordo è andato in porto con la conseguenza che l’edicolante non si è costituito parte civile nel processo che poco dopo si è celebrato con il rito abbreviato, grazie al quale lo straniero ha ottenuto uno sconto di pena. In aula, la vicenda è stata ricostruita dal pm onorario Silvia Manfredi che per il marocchino aveva chiesto la condanna a 3 anni e 4 mesi di reclusione e 1.500 euro di multa. Ai carabinieri, l’edicolante ha denunciato che sabato mattina si era presentato il ragazzo. Voleva vendergli delle scope, ma lui gli ha detto di no. Più tardi, il sedicenne si è presentato a casa dell’edicolante, proponendogli un rapporto sessuale, senza però pretendere soldi in cambio, giura l’edicolante. Il rapporto si è consumato. Nel pomeriggio in edicola è arrivato lo zio del minore: «So quello che hai fatto a mio nipote, voglio 1800 euro sennò ti ammazzo». L’edicolante gli darà trecento euro. Ma il marocchino ne voleva altri 1500 «sennò ti ammazzo». L’accordo tra i due era di trovarsi il lunedì successivo., Intanto l’edicolante, spaventato, ha denunciato il fatto ai carabinieri che hanno organizzato la trappola. Lunedì, edicolante e marocchino sono entrati in banca. I carabinieri erano appostati all’esterno. Le manette sono scattate quando c’è stato il passaggio di denaro dalle mani dell’edicolante a quelle dello straniero. Il giudice si è riservato sull’istanza del difensore Marra di revocare al suo assistito la misura del carcere e semmai di sostituirla con una meno afflittiva, come quella degli arresti domiciliari. La moglie di Benjaafar si è infatti resa disponibile ad accogliere in casa il marito.
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