L'ANALISI
28 Agosto 2015 - 19:18
Gurgjit Singh tra gli agenti di polizia
ROBECCO D’OGLIO — Nell’interrogatorio di garanzia fissato venerdì 28 agosto nel carcere di Cremona, davanti al gip si è avvalso della facoltà di non rispondere Gurgjit Singh, il 29enne indiano arrestato a Robecco d’Oglio mercoledì, accusato di complicità nel duplice omicidio di Brescia, l’agguato in cui l’11 agosto scorso, sono stati freddati Franco Seramondi, per tutti ‘Frank’, e la moglie Giovanna Ferrari, titolari della pizzeria ‘Da Frank’, nel quartiere della Mandolossa. E ha scelto la linea del silenzio anche Santokh Singh, l’immigrato fermato a Mairano, in provincia di Brescia. In carcere Gurgjit Singh è finito non solo perché avrebbe dato la pistola con cui il primo luglio, cioé un mese e dieci giorni prima del duplice omicidio, era stato ferito Corri Arben, il 43enne albanese dipendente dei coniugi Seramondi, ma anche perché avrebbe venduto a Santokh Singh il fucile a canna mozza utilizzato per uccidere marito e moglie. L’arma era stata rubata nel 2011 durante un furto in una villa del Cremonese. Secondo gli agenti della squadra mobile di Brescia, titolari delle indagini coordinate dal sostituto procuratore Valeria Bolici e dal procuratore capo Tommaso Buonanno, tuttavia Gurgjit Singh non sapeva a cosa sarebbero serviti sia la pistola sia il fucile.
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