L'ANALISI
DELITTO DI PESCAROLO
04 Agosto 2015 - 16:24
Sopralluoghi sul luogo dell'omicidio a Pescarolo
PESCAROLO - Accusata di omicidio volontario per aver ucciso il marito Giuseppe Pasquali, agricoltore di 72 anni, con almeno venti colpi di candelabro, nel bagno della cascina Motte, il 2 giugno scorso, la moglie Nadia Gaggia, 69 anni, dal carcere milanese di San Vittore venerdì 31 luglio è stata trasferita in misura di sicurezza provvisoria alla Rems (Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza) di Castiglione delle Stiviere. Una struttura più adeguata, perché la donna soffre da trent’anni di un disturbo della personalità.
Una condizione di salute, la sua, incompatibile con il regime carcerario come ha accertato lo psichiatra Marco Frongillo, incaricato dal gip, Letizia Platé (il 3 luglio scorso in sede di incidente probatorio), di effettuare una perizia psichiatrica tesa anche ad accertare la sussistenza del vizio totale o parziale di mente al momento del fatto. Questi ultimi risultati saranno illustrati all’udienza del 4 novembre prossimo.
Intanto, come ha spiegato l’avvocato Marcello Lattari, difensore della donna, a seguito del primo accertamento compiuto dal perito, il gip Platè, su conforme richiesta del sostituto procuratore, Laura Patelli, titolare delle indagini, ha disposto il trasferimento della sessantanovenne nella struttura di Castiglione delle Stiviere.
La tragedia si era consumata intorno alle sei del pomeriggio. Nadia Gaggia aveva scambiato il naturale invecchiamento del marito per una malattia. Lo aveva raggiunto in bagno. Con sé due candelabri. Nella colluttazione il marito era riuscito ad afferrarne uno, con l’altro la moglie lo aveva colpito ripetutamente, uccidendolo. Poi la telefonata alla figlia che aveva lanciato l’allarme ai carabinieri.
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