L'ANALISI
30 Luglio 2015 - 19:24
Il nuovo cavalcavia di S. Felice
CREMONA - Di amministratori comunali, nel pomeriggio di giovedì 30 luglio a San Felice, nemmeno l’ombra: il sovrappasso è stato aperto in sordina, con i dipendenti della Beltrami che, poco prima delle 17, hanno tolto le transenne e le reti metalliche (erano lì da almeno tre mesi) e così le macchine hanno cominciato a passare (il limite di velocità è di 40 all’ora, ma nessun automobilista lo rispetta). Auto sì, ma bici no e questa è stata la sorpresa dell’ultima ora: la pista ciclopedonale, a sinistra con direzione Postumia, è stata bloccata, al mattino, con un blocco di cemento e se ne riparlerà alla fine di agosto. Sì perchè i residenti, in particolare il vicepresidente del comitato di quartiere Mauro Rizzi ed il combattivo Enzo Cremona, si sono accorti che dalla protezione metallica uscivano pericolosi spuntoni in ferro che avrebbero messo a repentaglio l’incolumità dei ciclisti. Non basta: nella parte finale, quando si scende e la velocità delle bici è da ‘Giro d’Italia’ la pista scorre al fianco di una roggia, ma non vi ì alcuna protezione. Per non parlare della segnaletica verticale che è messo al contrario. Una situazione allucinante ed i residenti hanno tempestato di telefonare poilizia locale e polizia stradale, assessori e tecnici e così si è deciso di «impedire» il passaggio delle biciclette su quello che viene da tutti chiamato ‘il Pordoi’ ed in effetti l’altezza è sconsigliata alle persone anziane. Ma di problemi ce ne sono altri: le ferrovie, secondo i residenti, sarebbero intenzionate a chiudere il passaggio a livello, che si raggiunge ancora con la vecchia strada e costringere così ciclisti e pedoni ad utilizzare il sovrappasso. Certo San Felice è meno isolato, ma a che prezzo in termini di sicurezza.
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