L'ANALISI
30 Luglio 2015 - 12:22
Una pattuglia dei carabinieri durante un giro di controllo
CAPPELLA CANTONE — Truffato dai falsi carabinieri incappucciati. E’ successo nella mattinata di mercoledì 29 luglio e la vittima è un ottantenne. Ospite di una casa di riposo della zona ma comunque lucido e in gamba, abituato a tornare nella sua abitazione di Oscasale pressoché ogni giorno, lo ha fatto anche nel mercoledì che sarebbe diventato quello dell’odioso raggiro subìto. Alle dieci e mezza, non appena raggiunta la sua residenza, si è trovato di fronte, appena oltre il cancello del giardino, tre uomini, tutti apparentemente giovani, con il volto parzialmente coperto dai cappucci delle felpe e da berretti. «Cosa fate a casa mia? Cosa fate qui?» ha urlato intimorito il cremonese. Ma i malviventi, evidentemente specialisti di quel tipo di incursione, sono rimasti freddi: non sono fuggiti, non hanno fatto ricorso alla violenza. Calma assoluta. E una giustificazione pronta che, evidentemente, è risultata convincente: «Stia tranquillo — hanno rassicurato in un italiano che non ha tradito alcuna particolare inflessione ma che ha lasciato intendere una possibile origine straniera — perché siamo carabinieri: ci sono stati diversi furti in zona e stiamo verificando. Siamo a caccia dei ladri. Anzi — hanno pure colto l’occasione i tre —: visto che è qui, se ci apre controlliamo non abbiano rubato anche da lei». Tanto è bastato: niente divisa e niente tesserino mostrato ma si sono ritrovati il campo libero. E una volta all’interno, hanno completato il piano: uno ha continuato a parlare con il cremonese e gli altri due, con la scusa del controllo, hanno passato al setaccio le stanze fino a trovare i soldi. Seicento euro. Con quelli sono scappati. E quando l’ottantenne ha capito di essere stato vigliaccamente ingannato, era troppo tardi. Se non per telefonare al figlio che, a sua volta, ha allertato l’Arma. Quella vera. Ma era trascorsa quasi un’ora dal blitz e le ricerche della gang in fuga sono risultate inevitabilmente vane. Indagini in corso. Intanto dai militari, nello specifico dal comandante della Compagnia, capitano Livio Propato, arrivano l’appello alla massima prudenza e una raccomandazione chiara: «I carabinieri non vanno a casa di nessuno senza divisa e senza tesserino e, tantomeno, con i cappucci sul volto». Come dire: vietato fidarsi. Il rischio è quello di ritrovarsi prima truffati e poi derubati.
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