L'ANALISI
24 Luglio 2015 - 10:08
Il gruppo dei migranti ospitati a Picenengo
CREMONA - Si chiama Denis, ha 23 anni, è scappato dalla Nigeria per non essere ucciso da Boko Haram. Mamma e papà, un fratello e tre sorelle, è rimasto in Libia per cinque mesi prima di approdare sulle coste siciliane e terminare il suo viaggio a Picenengo. Denis non parla italiano ma vuole rimanere in Italia, trovare un lavoro per aiutare la sua famiglia. Una storia, la sua, simile a tante di quelle dei 25 migranti che sono ospiti nelle ex scuole che hanno cambiato aspetto: basta immondizie, basta vecchi mobili accatastati nei cortili, ovunque pulizia e tranquillità. Con loro, nigeriani, senegalesi, ghanesi, ma anche pakistani, i 4 operatori della Cooperativa ‘Il Sentiero’ che ha sede legale in via Ala Ponzone e che, come spiega il responsabile Carmine Lepiani, «offre un servizio alla persona rispondendo, in questo modo, all’appello del governo». Lepiani fa chiarezza sui costi: «Per ogni migrante lo Stato versa 35 euro al giorno, comprensivi di vitto e alloggio, ma ovviamente i pagamenti avvengono con tempi biblici». Grazie alla mediazione di Aly, da 17 anni a Manerbio e che qui fa il traduttore, ecco Ossay Sunday, anche lui nigeriano di 23 anni, padre ucciso da Boko Haram. Ha 12 fratelli, sei maschi e sei femmine, ha speso più di mille euro per arrivare in Italia, con una sosta pure lui di 5 mesi in Libia e da noi intende restare. E soprattutto trovare un lavoro per mandare i soldi a casa. Ha il problema della lingua, come quasi tutti gli altri. E per questo la ‘Sentieri’ sta pensando a corsi di italiano: un ritorno alle finalità di questo immobile. Infine Aliou Kebe, 17 anni, senegalese, che invece è scappato dalla ‘miseria’ del suo paese, pagando 1.200 euro gli scafisti, alla ricerca di qualcosa di positivo per aiutare la sua numerosa famiglia composta da 4 sorelle e 5 fratelli. Raccontano le loro storie con pacatezza, senza rancore, ma con gli occhi lucidi, e ringraziano sempre, mentre, sono le 19,30, un automezzo arriva con i pasti. Qualcuno legge, qualcuno scrive, ma, come conclude Lepiani, la zona «ora è controllata, noi ci siamo giorno e notte». E questo prima non accadeva. Sabato 25 luglio la Lega protesta. Ancora qui. Comunque.
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris