L'ANALISI
19 Luglio 2015 - 18:35
L'inceneritore di Cremona
CREMONA - Pd sempre più diviso sullo studio Leap e il futuro dell’inceneritore. La maggioranza interna, raccolta intorno al segretario cittadino Roberto Galletti e Rodolfo Bona, pensa, nella sostanza, che le conclusioni degli esperti vadano rispettate e frena sulla chiusura dell’impianto caldeggiandone l’inserimento nel decreto Sblocca Italia mentre la minoranza, guidata da Roberto Poli e Luca Burgazzi, esprime dubbi sulla ricerca del laboratorio piacentino. E accelera, come promesso in campagna elettorale, sulla dismissione del termocombustore. La sensazione è che nella principale forza della coalizione al governo del Comune si sia arrivati alla resa dei conti e che i nodi siano venuti definitivamente al pettine anche perché il ‘caso inceneritore’ è solo l’ultima di una serie di fibrillazioni (vedi autostrada Cremona-Mantova) che negli ultimi tempi hanno scosso il partito. La spaccatura tra i democratici, poi, si riverbera sull’intero centrosinistra: i rapporti tra il Pd (meglio, la parte maggioritaria e meno filo Galimberti) e Fare nuova la città, la lista del sindaco, si avvicinano pericolosamente al minimo storico. Senza dimenticare i possibili contraccolpi in giunta, al cui interno i pesi si ribaltono: due assessori (Maura Ruggeri e Alessia Manfredini) sono vicini a Poli e Burgazzi e uno (Andrea Virgilio) a Galletti e Bona. Insomma, una ‘polveriera’, politicamente parlando, mai così a un passo, in questo primo anno di amministrazione Galimberti, dall’esplodere.
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