L'ANALISI
23 Maggio 2015 - 17:41
Il palazzo comunale a Cremona
CREMONA - Parlare di ennesima riedizione in chiave economica della saga tra don Camillo e Peppone è sin troppo facile. Ma con una variante rispetto al solito canovaccio: stavolta il sindaco è cattolicissimo. La Diocesi di Cremona ha presentato ricorso chiedendo il rimborso dell’Imu ma l’amministrazione comunale si oppone. I ‘litiganti’ si ritroveranno davanti alla Commissione tributaria provinciale, a cui spetta l’ultima parola sul contenzioso. Secondo la ricostruzione che circola in municipio (non è stato possibile raccogliere la versione della controparte), comincia tutto nel 2012 quando la Diocesi versa, a quanto pare, un’imposta di 5 mila euro circa sulle sue proprietà immobiliari (chiese escluse). Parte una prima richiesta di restituzione della somma. L’istanza, sempre stando a quanto riferiscono ambienti comunali, è basata sulle disposizioni che prevedono l’esenzione per gli enti e le associazioni no profit che non svolgono attività commerciali. In Curia, evidentemente, si ritiene di rientrare in questa casistica. Ma la sollecitazione non viene accolta. Il 21 novembre 2014 scatta una seconda domanda di riavere quanto pagato nel 2012 mentre, per quanto riguarda il 2013 e gli anni successivi, la Diocesi (sempre stando a quanto si dice in Comune), forte della tesi a fondamento della richiesta di rimborso per il 2012, non ha proceduto ad altri pagamenti dell’Imu.
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