L'ANALISI
25 Aprile 2015 - 11:44
Piazza del Comune gremita per il 25 aprile
CREMONA - Un corteo partecipato, importante, blindato. Partiti, sindacati, associazioni, cittadini. Tanti bambini. Tanti anziani, che hanno raccolto le forze, pur di esserci anche questa volta. Tante bandiere. Il grande tricolore dell’Anpi e i parenti dei partigiani caduti con in mano le foto in bianco e nero «di chi ha dato la vita per la libertà». In coda, un nutrito drappello di antagonisti, oltre un centinaio di militanti che hanno rivendicato le radici di questa giornata di festa, interpretata anche «contro le forme moderne di oppressione delle classi dirigenti», e ribadito il sostegno ai «compagni arrestati» (ora ai ‘domiciliari’, ndr) perché coinvolti nei fatti del 18 gennaio, la resa dei conti con i militanti di CasaPound. Così si sono svolte le celebrazione del 25 aprile, 70esimo anniversario della Liberazione, a Cremona.
Il corteo è partito alle 10.30 circa dalla chiesa di San Luca e si è diretto verso piazza del Comune attraversando le strade del centro. Nello stesso momento, nei pressi dell'edificio sacro, si sono radunati anche gli esponenti del Centro sociale Dordoni. Gli antagonisti, con uno striscione dedicato alle tragedie nel mare Mediterraneo, si sono posizionati in coda al corteo e hanno seguito lo stesso percorso.
Gli autonomi, una volta raggiunta via Solferino, hanno accesso fumogeni e scandito slogan di protesta.
Poi il corteo del Dordoni si è allontanato e sono iniziati i discorsi ufficiali. Sul palco Luca Musella, il rappresentante della consulta studentesca, il consigliere provinciale Andrea Virgilio, il presidente dell’Anpi Mariella Laudadio, il sindaco Gianluca Galimberti, tutti a tratti interrotti dagli applausi della folla, soprattutto quando il pensiero è andato a chi ha dato la vita nelle vicende di settant’anni fa.
Tutto questo immerso in uno scenario dominato dal tricolore, soprattutto grazie alle grandi bandiere affisse al lato del Torrazzo che dà sulla piazza. A cerimonia finita il deflusso è stato regolare. Con le forze dell’ordine sempre presenti e discrete, a controllare che tutto si concludesse secondo copione.
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