L'ANALISI
14 Aprile 2015 - 13:49
Presidio delle forze dell'ordine nell'area di via Geromini
CREMONA - "La verità è venuta a galla grazie alla ricostruzione degli inquirenti". E' giunta l'ora di parlare per Casapound, di fornire la propria versione su quanto accaduto lo scorso 18 gennaio quando la zona del foro boario diventò teatro degli scontri tra centri sociali ed esponenti dei Casapound. Nella sede, presidiata dalle forze dell'ordine, di via Geromini hanno preso la parola il vicepresidente nazionale Andrea Antonini, Diego Ratti (storico esponente della destra cremonese) e Omar Oneta, attuale responsabile di CasapPound Cremona dopo l'arresto di Gianluca Galli.
Gli esponenti di Casapound hanno ripercorso l'intera vicenda della loro presenza a Cremona, a partire dall'inaugurazione della sede, definita "uno spazio politico al quel non rinunceremo mai". In quel frangente, in città di tenne una manifestazione antifascista "con persone con il volto coperto. In pratica un messaggio mafioso alle istituzioni: o li fate chiudere o creeremo problemi". Un altro epsodio citato risale al marzo del 2013, quando tre militanti "furono aggrediti dopo che Casapound aveva organizzato un evento sulla liberazione dei marò".
Parlando poi degli scontri del 18 gennaio, da Casapound hanno fatto sapere che "la versione degli inquirenti ha ristabilito la verità, che quanto affermato dai centri sociali e riportato dalla stampa è falso. I centri sociali hanno detto di essere stati aggrediti da noi, invece è avvenuto l'esatto contrario. Noi non cerchiamo lo scontro, no consideriamo gli antagonisti perché siamo impegnati a fare politica. Se veniamo attaccati non scappiamo, ma non attacchiamo. Abbiamo un'etica superiore: chiunque ha il diritto di difendere la propria vita e i propri fratelli".
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