L'ANALISI
05 Gennaio 2015 - 19:53
CREMONA - Lanciato dall’azienda ospedaliera universitaria di Parma, si sviluppa anche a Cremona il progetto Apod (Ambulatory Pain Open Door), pensato per stringere le maglie della Rete di cure palliative e di terapia del dolore garantendo la continuità assistenziale e terapeutica nel campo delle cure antalgiche. In contatto diretto i medici di Medicina generale con gli specialisti del dolore: per favorire un dialogo più serrato fra la medicina territoriale e la specialistica e per aiutare i medici di famiglia a identificare più rapidamente il tipo di dolore avvertito dai pazienti.
Con Cremona e Parma, hanno aderito Firenze, Roma, Milano, Castelfranco Emilia, Modena, Verona, Vicenza, Napoli, Orvieto, Palermo, Torino, Cagliari, Bari e Genova: ci sarà un primo step teorico, nel quale i centri specialistici apriranno le porte ai medici di famiglia per una sessione di formazione nella quale sarà illustrato il progetto, presentato il centro e sviluppato un inquadramento fisiopatologico, terapeutico e diagnostico; nella seconda fase, il terapista del dolore affiancherà il medico di Medicina Generale nella visita ai pazienti; e nella terza il medico di famiglia adotterà nel proprio ambulatorio, nell’arco di 30 giorni, gli strumenti terapeutici appresi, raccogliendo e condividendo con lo specialista i dati sulla terapia consigliata, oppure indirizzando direttamente al centro di riferimento i casi più complessi.
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