L'ANALISI
16 Novembre 2014 - 10:31
La chiesa del Cambonino a Cremona (Google Streetview)
CREMONA - «Al Cambonino c’è tanta brava gente ma, purtroppo, siamo assediati da maleducati, incivili, impertinenti, insolenti, scortesi e provocatori. Ho ragazzi extracomunitari che fuori dall’oratorio taccheggiano i ragazzi più indifesi: chiedono loro dei soldini per poter entrare. Cosa facciamo? Andiamo avanti con pazienza, caparbietà e tanta speranza in tempi migliori». Uno sfogo che lascia senza parole. Una sequela di frasi intrise di amarezza e di preoccupazione, che denota un degrado senza freni, quelle pronunciate nelle scorse ore da don Alberto Martinelli, da poco più di un anno parroco del Cambonino.
Don Alberto parte dall’ultimo fatto di cronaca, avvenuto nella serata di venerdì 14 novembre. Si tratta del furto di una bicicletta da bimbo da lui sventato. «Venerdì sera ero da poco rientrato in casa dopo aver chiuso l’oratorio e alle 19,45 sento dei rumori sotto la pensilina che si affaccia in piazza Aldo Moro, sotto la casa parrocchiale. Esco di casa e accendo la luce delle scale per scendere, per vedere cosa sta succedendo. Trovo fuori dall’ingresso una bicicletta da bambina per terra con la catena divelta buttata per terra. Due ragazzi scappano. Porto la bici in casa parrocchiale e avviso i vigili urbani. Tre giorni fa — prosegue il parroco — hanno rubato una manciata di ombrelli dall’oratorio, poi ritrovati tutti rotti tra piazza Aldo Moro e piazza Agricoltura. Se si va appena più indietro nel tempo, il 4 novembre, non ero vestito da prete e stavo lavorando fuori dal cancello che permette l’accesso al centro Caritas parrocchiale. Due rom che mi hanno insultato gratuitamente (senza che abbia fatto o detto nulla) in rumeno, pensando che non capissi. Quando è giunta una pattuglia della polizia ho chiesto alle due ragazze di dire le stesse cose ai poliziotti. Silenzio. Allora chiedo ai poliziotti di fare la traduzione a quello che avevo sentito, e fanno un bel richiamo alle due».
A fare riflettere circa la situazione è lo scenario descritto dal prete in merito all’accesso all’oratorio. «Ho ragazzi extracomunitari che fuori dall’oratorio taccheggiano i ragazzi più indifesi, chiedendo dei soldini per poter entrare. Mi ritrovo ad essere il più presente possibile in oratorio perché altrimenti gruppetti e gang di ragazzini fanno ammattire e delirare i volontari al bar, con atteggiamenti incivili, impertinenti, in alcuni casi anche con minaccie. Si rivolgono con frasi tipo ‘Ti aspetto fuori’ a donne di 70 anni».
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