L'ANALISI
19 Settembre 2014 - 11:58
Massimiliano Latorre e Salvatore Girone a New Delhi in una foto d'archivio
SORESINA — Dopo aver promosso la raccolta firme contro il terrorismo e gli integralisti dell’Isis, la comunità islamica di Soresina ha deciso di organizzare una seconda petizione per chiedere all’India la liberazione dei due marò italiani, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, in carcere da oltre due anni, con l’accusa di aver ucciso dei pescatori, scambiati per pirati. L’idea è partita dall’associazione ‘La Fratellanza’, che dà appuntamento a tutti, italiani e stranieri, sabato 27 in piazza Garibaldi.
«La nostra casa è l’Italia — spiega il presidente Adnani Kadmiri — e non vogliamo che gli italiani ci considerino menefreghisti. Pertanto non intendiamo voltare le spalle a Latorre e Girone che consideriamo nostri connazionali poiché viviamo nella stessa terra e sotto lo stesso cielo. Oltre a questo, riteniamo che i marò abbiano soltanto compiuto il loro dovere e quindi che non dovessero essere trattati come merce di scambio da parte del Governo indiano. Scenderemo allora in piazza Garibaldi per raccogliere altre firme e chiedere la liberazione immediata di due padri di famiglia, attesi a casa da oltre due anni dai rispettivi parenti».
Al di là delle motivazioni appena illustrate, c’è anche un altro fattore cui ‘La Fratellanza’ attribuisce grande importanza: «Vogliamo che la nostra sia considerata la prima associazione di religione islamica che aderisce alla raccolta firme a favore dei due marò. Per noi — conclude Kadmiri — sarebbe un orgoglio».
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