SOS ACQUA
CREMA - MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA IORI
04 Settembre 2014 - 20:49
Maurizio Iori, Claudia Ornesi e la piccola Livia
CREMA - Ha ucciso l’ex compagna Claudia Ornesi, di 42 anni, e sua figlia Livia, di due anni e mezzo, una figlia «che non ha mai amato», non per esigenze di riservatezza, non, cioè, per tenere la loro esistenza nascosta a sua madre, ma per «il timore di doversi porre il problema di accreditare Livia all’interno della ‘famiglia allargata’ (con tutti i possibili contraccolpi psicologici che ciò avrebbe potuto provocare nei confronti degli altri figli e delle altre donne, l’ex e l’attuale moglie)». Le ha uccise , perché «il rendere di pubblico dominio la situazione con Claudia e l’esistenza della figlia Livia, avrebbe potuto infrangere quel delicato equilibrio di rapporti così faticosamente realizzato con gli altri figli, con l’ex moglie e quella attuale». Così, «Claudia e Livia, una volta eliminate, non sarebbero più state ‘un problema’ e Livia non sarebbe più entrata nella ‘famiglia allargata’ cosicché la vita quotidiana, pur dopo qualche prevedibile iniziale turbamento per la notizia del ‘suicidio’ da parte della madre Paola Caroselli, sarebbe tranquillamente proseguita sostanzialmente come prima».
Per la corte d’assise d’appello di Brescia, che ha depositato la motivazione della sentenza, è, questo, il movente del duplice omicidio commesso la sera del 20 luglio 2011 nella casa di via Dogali, da Maurizio Iori, l’ex primario di Oculistica, il quale sta scontando in carcere l’ergastolo, pena confermata il 6 giugno dai giudici del processo bis, per aver ucciso, secondo l’accusa, Claudia e la sua bambina (i corpi furono trovati nei rispettivi letti) prima stordendole con una dose massiccia di ansiolitico Xanax (nella mamma fu trovato anche il Valium) somministrato di nascosto in forma liquida, e poi asfissiandole col gas butano. Quindi Iori inscenò un ‘suicidio allargato’, commettendo anche degli errori.
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