L'ANALISI
24 Luglio 2014 - 11:18
Protesta organizzata a Cremona nel 2012
CREMONA - Ammesso ce ne fosse bisogno, l’ennesima, ormai quasi consueta, certificazione della pessima qualità dell’aria a Cremona è arrivata ieri, di nuovo confermata nel rapporto dell’Istat sull’ambiente urbano.
All’ombra del Torrazzo, si respira veleno: nell’anno si è sforata già 28 volte la media annua per le polveri ammessa dalla legge e così il territorio si ritrova nell’elenco delle peggiori con Milano, Monza, Brescia, Benevento, Torino, Mantova, Padova, Vicenza e Venezia. Particolarmente critico, nel panorama nazionale, lo scenario di Torino, dove le polveri sottili hanno sforato i limiti per 126 giorni nel solo 2013. Eppure, un miglioramento generale è in corso, anche grazie ad iniziative come bike e car sharing che contagiano sempre più centri e che stanno prendendo piede anche qui. Però pregiudicate, o almeno limitate nel loro effetto benefico, dal progressivo calo di utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico, con i bus, nello specifico, considerati sempre meno come alternativa sostenibile all’auto.
Secondo l’istituto, intanto, nel 2013 si sono ridotti i tassi di motorizzazione nei capoluoghi di provincia: 613,2 autovetture e 132,7 motocicli ogni mille abitanti (rispettivamente meno 0,9 e meno 0,6 per cento nel confronto con il 2012. Continuano a crescere, invece, le quote di autovetture euro 4 o superiori e motocicli euro 3 (i veicoli meno inquinanti) che rappresentano rispettivamente il 53 e il 37,8 per cento del parco circolante nei capoluoghi. «La densità veicolare — spiega l’Istat — è scesa da 721,7 a 715,3 veicoli per km2 di superficie comunale». In questa classifica prevalgono Napoli (6.033,6 veicoli/km2), Torino (5.363,9) e Milano (5.205,0), mentre le densità più basse (meno di 100 veicoli per km2) si trovano a Enna e, in Sardegna, a Tempio Pausania, Lanusei, Sanluri, Villacidro e Iglesias». Capitolo ciclabili: Cremona ha una rete adeguata ed è fra i 36 capoluoghi, dei 116 esaminati, che dispongono di almeno 34 chilometri di piste. Conclusione: nonostante i numeri positivi, restano molte — troppe — le realtà con livelli di inquinamento atmosferico ancora elevati al punto da essere preoccupanti. La ‘top ten’ della mal’aria: Torino prima con 126 sforamenti, seguita da Napoli (120), Frosinone (112), Alessandria (92), Salerno (90), Vercelli (86), Brescia (83), Milano (81), Parma (80), Asti e Verona (79). Sette le grandi città dove non si verificano superamenti per un numero di giorni superiore alla soglia fissata dall’Unione Europea a tutela della salute.
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