L'ANALISI
24 Giugno 2014 - 10:51
Un postino mentre recapita la corrispondenza
CREMONA - Meno di dieci giorni, a partire dal 30 giugno, e una quindicina di addetti a tempo determinato lasceranno il servizio, rimpiazzati da non più di dieci sostituti. Il tutto mentre scattano le ferie estive e molti addetti lasciano il servizio. Un mix potenzialmente micidiale. Le ripercussioni sul servizio postale di Cremona e provincia, potrebbero essere molto pesanti. "Si rischia il collasso. Il mancato rimpiazzo dei dipendenti che lasceranno il servizio - spiega Pietro Triolo, responsabile provinciale del sindacato lavoratori poste della Cisl - Cremona è fortemente preoccupata".
Secondo i sindacati, dunque, a Cremona e provincia la situazione nel settore di servizi postali è pesante. «In molti centri di recapito, le zone scoperte sono ancora molte — spiega Pietro Triolo, di Slp-Cisl —. I colleghi portalettere sono quotidianamente costretti a effettuare prestazioni sia di flessibilità operativa che di straordinario, con operatività anche al sabato, per non lasciare zone ‘a terra’. Lo fanno con gran senso di sacrificio e responsabilità nei confronti dei clienti e dell’azienda. Analoga situazione riguarda il personale addetto alle lavorazioni interne, dove peraltro — prosegue Triolo — non sono previsti arrivi di personale. Lì — prosegue il sindacalista Cisl — gli addetti annegano in un moltiplicarsi di lavorazioni, monitoraggi, tracciatura di dati con procedure farraginose e con strumenti inadeguati alla mole di lavoro. Chiediamo sia realizzato quanto contenuto negli accordi regionali, con riferimento a perequazione delle zone di recapito, assegnazione definitiva zone, riattivazione dei comitati di monitoraggio».
«Nel settore recapito — si legge in una nota congiunta diffusa dalle segreterie regionali di Cgil Cil, Uil, Failp, Ugl e Confsal — il numero dei contratti a tempo determinato assegnati per la copertura delle assenze strutturali, come da accordi sottoscritti, e per garantire le ferie estive è fortemente sottostimato, tenuto conto che mancano giornalmente 400 portalettere rispetto al fabbisogno previsto in Lombardia».
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