SOS ACQUA
06 Giugno 2014 - 11:00
Pendolari alla stazione di Cremona
CREMONA - Nemmeno a farlo apposta nelle ore immediatamente successive al mercoledì del debutto del secondo Vivalto, è stato un nuovo giorno di disagi, rabbia e proteste lungo la linea ferroviaria per Milano. Oltre ai ritardi, comuni praticamente a tutti i convogli del mattino e della sera, sul ‘2648’ delle 6,58 per il centro meneghino, la comprensibile esasperazione dei pendolari cremonesi e mantovani è esplosa non tanto per lo sforamento della tabella di marcia quanto per le condizioni di viaggio: «Stipati come sardine, non è vita questa» si sono lamentati i passeggeri.
E stando a quanto si è appreso, con gli animi accesi c’è stato un confronto piuttosto franco, sul filo dei nervi, con un controllore. Cosa è accaduto lo spiega uno dei presenti: «Con le carrozze già piene zeppe a Codogno e senza più posto nemmeno negli spazi divisori - ricostruisce i fatti anche in Facebook - abbiamo raggiunto, per protesta e per dare un segnale, i vagoni di prima classe, come sempre semi vuoti. E lì ci siamo seduti. L’operatore di Trenord, anzichè capire la situazione, pur vedendo tutta la gente in piedi nel resto del convoglio, ha voluto prendere comunque posizione, invitandoci ad andare e sostenendo, fra l’altro, che noi pendolari della ‘Mantova-Cremona-Milano’ abbiamo sempre qualcosa da dire, siamo recidivi e andiamo in prima classe volontariamente. Qualcuno di noi, ascoltata quella dichiarazione, l’ha interpretata come una provocazione e ha reagito».
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