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IL PUNTO

La mamma preoccupata merita risposte

Cremona è scossa da episodi di violenza giovanile: servono più sicurezza, prevenzione e impegno collettivo per proteggere la comunità

Paolo Gualandris

Email:

pgualandris@laprovinciacr.it

02 Marzo 2025 - 05:30

La mamma preoccupata merita risposte

(foto IA)

«Come genitore di due ragazze, non posso fare a meno di chiedermi: le mie figlie sono al sicuro quando si recano in centro?». Al di là di tutte le pur autorevoli considerazioni sociologiche e politiche, una mamma-lettrice ci scrive ponendo con lucida semplicità la questione centrale rispetto ai gravi episodi di violenza registrati negli ultimi giorni nel cuore di Cremona. Lo ha fatto lanciando un accorato appello a che «anche noi cittadini facciamo la nostra parte: la responsabilità della sicurezza non può pesare solo sulle spalle delle forze dell’ordine».

Un genitore come può stare tranquillo se alle sue figlie in uscita serale si vede costretto a consegnare rilevatori di suono e fischietti come fa la mamma lettrice? Vero che c’è notevole differenza tra pericolo reale e percepito, che Cremona, intesa come provincia e non solo come comune capoluogo, nelle statistiche può vantare livelli di criminalità decisamente al di sotto della media italiana, ma in questo momento, purtroppo in seguito al ripetersi quasi quotidiano di episodi di criminalità giovanile, la soglia della percezione della paura sta crescendo fino ad arrivare al livello di allarme sociale.

Non può lasciare indifferenti la vicenda del coraggioso barista pestato dal branco per essere intervenuto in difesa dei propri clienti. Colpito a bicchierate al volto, ha gravi lesioni a un occhio, che rischia di perdere. A lui deve andare un pensiero di solidarietà e affetto da parte di tutta la collettività. Gli stessi sentimenti sono indirizzati al titolare del kebab che si è preso una coltellata per essersi rifiutato, così come vuole la legge, di vendere birra a tre giovani. Va detto che la risposta delle forze dell’ordine è stata immediata.

I tre accoltellatori, due gemelli albanesi 18enni e un italiano 17enne, sono stati arrestati pressoché immediatamente e si è saputo che sarebbero responsabili di altre aggressioni, come quella nella notte tra l’1 e il 2 febbraio in seguito alla quale un 28enne è stato ferito con un temperino.

E ancora: i cinque aggressori del barista, alcuni minorenni, sono stati individuati e si è in attesa delle decisioni a loro carico dell’autorità giudiziaria. In prefettura si susseguono riunioni del Comitato per la sicurezza, la presenza di uomini in divisa è stata rafforzata. Quella dello Stato è stata una risposta muscolare. Anche le amministrazioni comunali si sono attivate, vengono istituite zone rosse contro l’illegalità in cui la presenza delle forze dell’ordine sarà più massiccia e con votazione bipartisan Cremona ha dato il via libera al Daspo urbano. Riguarda le aree cittadine più volte teatro di episodi di microcriminalità o comunque soggette a particolare attenzione. In pratica, chi viene colto a trasgredire le condotte di comportamento viene multato da 100 a 300 euro e riceve un provvedimento di allontanamento dall’area per 48 ore. In caso di recidiva le sanzioni raddoppiano. E poi accelerazione sui rimpatri in caso di stranieri e via libera ai lavori socialmente utili per richiedenti asilo.

Inoltre, giusto venerdì il questore ha emesso il cosiddetto Daspo Willy nei confronti di sei minori ai quali viene vietato di avvicinarsi o frequentare tutta l’area di un centro commerciale cittadino dopo che lo scorso 13 ottobre avevano aggredito e ferito un addetto. Il Daspo Willy dal nome di Willy Monteiro Duarte, 21enne ucciso durante un pestaggio il 6 settembre 2020 a Colleferro nel tentativo di difendere un amico in difficoltà, inasprisce sanzioni e pene per persone già note per atti di violenza o altre aggressioni. Tutte azioni che dovrebbero tranquillizzare la cittadinanza.

Il problema della microcriminalità non può però essere risolto con la sola ancorché auspicabile repressione. Conoscenza del fenomeno, prevenzione, controllo civico e azioni di inclusione sono le parole d’ordine. I gruppi in azione a Cremona e sul territorio non sono classificabili come baby gang, che sono organizzate e strutturate, con capetti e gregari.

Come spiegano gli esperti, da noi agiscono gruppi fluidi, che si formano sulla base di ‘chiamate’ solitamente via social e composti da giovani che a volte neppure si conoscono ma accomunati dalla voglia di ‘far casino’. Al termine dei raid la banda si scioglie. I ragazzi coinvolti hanno per lo più problemi di dipendenza da sostanze stupefacenti o alcol e con la scuola non vanno affatto d’accordo (quelli dell’incursione al kebab erano stati espulsi). Un monitoraggio dei social potrebbe essere l’efficace modo di anticipare i raid e mettere il gruppo in condizione di non nuocere.

Tornando alla lettera della mamma preoccupata. «Noi, come comunità - scrive -, dobbiamo agire come un grande occhio attento. Ricordiamo come in passato, nei piccoli centri, le famiglie si sostenevano a vicenda. Quando un bambino usciva di casa, i genitori sapevano di poter contare sull’attenzione della comunità: la mamma di, il nonno di, la vicina, il negoziante... tutti erano una rete di protezione. Oggi sembra che molti si chiudano nel proprio isolamento, dimenticando che la sicurezza è un bene collettivo. Dobbiamo unirci come cittadini di Cremona, desiderosi di rendere la nostra città un luogo più sicuro».

In questo senso sono due le azioni facilmente praticabili. Appena si notano movimenti sospetti è bene avvisare le forze dell’ordine chiamando il 112, ancora più semplice è scaricare sul proprio telefonino YouPol, applicazione gratuita della polizia di Stato per denunciare le violenze dirette, utile soprattutto se si ritiene di essere l’obiettivo di malintenzionati. Prevede la geolocalizzazione per individuare con precisione la posizione di chi denuncia e consente di inviare video, audio, immagini e testi, rendendo le segnalazioni dettagliate ed efficaci. Tramite l’applicazione è possibile aprire una chat in tempo reale con gli operatori della questura. Ha già salvato decine di persone da aggressioni. Infine, visto che le azioni criminali si svolgono dopo il tramonto, varrebbe forse la pena di tirare fuori dal cassetto l’idea lanciata di Vittoria Loffi, segretaria dell’associazione radicale Fabiano Antoniani e consigliere comunale del Pd, di istituire il ‘sindaco della notte’, una «figura istituzionale che lavori a stretto contatto con il primo cittadino articolando la promozione dell’economia e della qualità della vita nelle ore notturne, ponendosi da mediatore tra le diverse esigenze culturali, sociali, economiche, di vivibilità e sicurezza».

Un’esperienza già messa positivamente a terra a livello internazionale (Amsterdam, Berlino, Londra e New York le città capofila), così come in Italia (la prima è stata Trento). Il suo compito sarà mediare tra le esigenze dei residenti, dei giovani e degli esercenti, proponendo buone pratiche e progettando soluzioni innovative per la città. Cremona, con una popolazione universitaria in crescita e un vivace tessuto economico e sociale, potrebbe costituire un perfetto caso di studio.

Combattere la malamovida e rendere più sicura la notte sarebbe una gran risposta collettiva alle ansie della mamma lettrice, che potrebbe dormire sonni più tranquilli quando le sue ragazze sono fuori. Tutto questo, magari aspettando che anche Regione Lombardia istituzionalizzi la figura dello street tutor già operativa in Emilia Romagna. Come ha spiegato Gian Guido Nobili, dirigente Area Politiche per la Sicurezza urbana e integrata della Regione Emilia-Romagna al recente incontro su sicurezza reale e percepita organizzato dal prefetto Antonio Giannelli, si tratta di «una forma di vigilanza stradale garantita da professionisti. A Bologna è avvenuta la sperimentazione, che ha sorpreso per l’efficacia in termini di sicurezza percepita». Copiare cose buone altrui non è mai un peccato.

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Commenti all'articolo

  • concittadino

    03 Marzo 2025 - 14:17

    @ Batman - Forse intendevi dire, 'Il Giustiziere della Notte'. L'unico deterrente efficace!

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  • Batman

    02 Marzo 2025 - 10:15

    Ci vuole il Guerriero della notte, non il Sindaco della notte.

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  • concittadino

    02 Marzo 2025 - 06:40

    La criminalità di gang e simili a Cremona, non la fermeranno lo 'street-tutor', il 'sindaco di notte' e figuriamoci la comunità!?! Il problema di Cremona, che è lo specchio dell'intero Paese, lo deve risolvere lo Stato, con pene pesanti e determinanti. L'attuale situazione sociale in Italia, dimostra che l'impunità dei crimini causati dagli immigrati, è il volano per trasgredire!

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