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Immigrati, la ripresa parla straniero: redditi per mezzo miliardo

In provincia di Cremona oltre 31mila i contribuenti non italiani, il 12% del totale. Versano 68 milioni di Irpef

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

27 Maggio 2023 - 05:30

Immigrati, la ripresa parla straniero: redditi per mezzo miliardo

CREMONA - Con reddito di 503 milioni di euro, rappresentano ormai quasi il 12% dei versamenti di contributi dell’intera provincia. Sono 31.191 gli stranieri che pagano le tasse sul reddito nel territorio. Lo studio è stato realizzato a livello nazionale dalla Fondazione Moressa, istituto di ricerca creato e sostenuto dalla Cgia di Mestre, sui dati forniti dal ministro delle Finanze. Analizza le dichiarazioni dei redditi 2022 (anno d’imposta 2021) evidenziando la ripresa della componente immigrata, che arriva a toccare il massimo storico dopo il calo registrato durante la pandemia. Il numero di contribuenti nati all’estero arriva infatti a 4,31 milioni (+3,4% rispetto all’anno precedente e +21,9% rispetto a dieci anni prima).

Di conseguenza, toccano i massimi storici anche il volume di redditi dichiarati (64 miliardi, +9,3% rispetto al 2020) e l’Irpef versata (9,6 miliardi, +14,8%).

In Lombardia l’incidenza % dei contribuenti stranieri è del 12,6%, dunque Cremona si colloca appena sotto la media regionale. La superano Milano, con il 14,9%, Mantova (14,1%), Brescia (13,8%), Lodi (12,2%) e Bergamo (12,1%).

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redditi

A livello nazionale , tra i contribuenti nati all’estero, quasi la metà (45,5%) ha dichiarato un reddito annuo inferiore a 10mila euro. Tra i nati in Italia, in quella classe di reddito si attesta solo il 28% dei contribuenti. Situazione opposta per i redditi più alti: appena l’11,7% dei nati all’estero si colloca nella fascia 25-50mila euro, contro il 25,8% dei nati in Italia.

Oltre i 50mila euro sono il 2,1% degli stranieri, contro il 6,5% degli italiani. Complessivamente, i contribuenti nati all’estero rappresentano il 10,4% del totale, con un’incidenza che oscilla tra il 3,5% nella fascia di reddito sopra i 50mila euro e il 15,8% in quella sotto i 10mila. Ci sono differenze anche per Paese d’origine. Il 15,3% è nato in Romania (658 mila). Seguono Albania (350 mila), Marocco (267 mila) e Cina (189 mila).

Mediamente la componente femminile si attesta al 44,5%, con picchi molto più alti tra i paesi dell’Est Europa (Ucraina, Moldavia, Polonia) e dell’America Latina (Perù, Brasile). Oltre la metà dei contribuenti nati all’estero si concentra in quattro regioni: Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Lazio. Mediamente i contribuenti stranieri rappresentano il 10,4% del totale, ma nelle regioni del Centro-Nord i valori si alzano, superando il 14% in Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige.

Il differenziale tra redditi tra italiani e stranieri rimane piuttosto elevato: mediamente, in Italia, un contribuente nato all’estero ha dichiarato 15.410 euro, 8mila euro in meno rispetto ad un contribuente italiano. Il differenziale di reddito tra italiani e immigrati si ripercuote inevitabilmente sull’Irpef versata. Mediamente, ciascun contribuente immigrato ha versato 3.460 euro nel 2021, oltre 2mila euro in meno rispetto alla media dei nati in Italia (5.650).

Secondo i ricercatori della Fondazione Leone Moressa «nel 2022 il numero di contribuenti immigrati ha raggiunto il massimo storico, superando anche i livelli pre-Covid. Una ripresa che, oltre che nel mercato del lavoro, si concretizza in quasi 10 miliardi di Irpef versati nelle casse dello Stato. Lo scenario economico attuale, inoltre, ha evidenziato una carenza di manodopera legata alle dinamiche demografiche e al riassetto del mercato del lavoro, rendendo necessari nuovi ingressi di lavoratori immigrati. Ingressi che, come evidenziato anche dal DEF 2023, porteranno benefici economici e fiscali a medio e lungo termine».

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