L'ANALISI
LA GIORNATA DEGLI ALBERI
22 Novembre 2022 - 05:30
CREMONA - Il due per cento di superficie boscata, sul totale del territorio: significano 35,4 chilometri quadrati su 1.770. La provincia occupa il penultimo posto nella classifica regionale.
Fa peggio – in percentuale – solo Mantova, dove l’un per centro del territorio è coperto da boschi. Il dato è contenuto nel recente rapporto sullo stato delle foreste della Lombardia, elaborato dall’Ersaf, l’ente regionale che si occupa appunto di servizi per l’agricoltura e le foreste, in accordo con la direzione generale Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi.
Se si considera la popolazione residente in provincia, dai neonati agli ultra centenari, pari 358 mila abitanti, le aree alberate per ognuno non raggiungono i 100 metri quadrati. In sostanza un piccolo giardino. Per fare un raffronto con una provincia confinante che invece ha boschi a profusione, ogni bresciano può godere di 1.300 metri quadrati di foresta. Da tenere in considerazione dunque le opportunità di rimboschimento del territorio provinciale che si presentano ormai attraverso bandi e risorse nazionali e comunitarie, oltre che regionali.
Proprio ieri cadeva la giornata nazionale degli alberi. Risaputo ormai che le piante svolgano un ruolo fondamentale, avvalorato da studi scientifici che dimostrano come senza il contributo delle foreste sarà impossibile contenere il riscaldamento globale a 1,5 °C, l’obiettivo dell’accordo di Parigi. E ieri nel parco Romolo Crotti del Boschetto sono stati piantati un ciliegio e tre aceri campestri nell’ambito di un progetto della scuola elementare Maria Teresa Zaniboni, con l’assessore al Verde Luca Zanacchi, i volontari del Circolo VedoVerde Legambiente Cremona e il Comitato di Quartiere.
«In Italia — ricorda una nota di Confagricoltura — la superficie boschiva supera gli 11 milioni di ettari e raggiunge il 36,7% del territorio nazionale, con una crescita del 3,7% rispetto all’ultimo rilevamento del 2005». Cremona è dunque molto al di sotto della media nazionale.
«Dal 1990 ad oggi, tuttavia, circa 1,5 milioni di ettari sono stati persi dall'agricoltura a beneficio di una superficie forestale non gestita — proseguono dall’associazione di categoria — il che significa aumento del pericolo di incendi, riduzione della fruibilità del territorio, perdita di valore paesaggistico e aumento dei rischi idrogeologici. I dati riportano che nel 2021 l’Italia è stato il Paese europeo più colpito dagli incendi boschivi».
La giornata nazionale degli alberi spinge quindi a una riflessione ampia, che non si limiti alla valorizzazione del verde attraverso nuove piantagioni, ma ponga l’attenzione anche alla gestione oculata di questo patrimonio.
«Dobbiamo lavorare sul riordino fondiario, sull’aggregazione, sulla pianificazione forestale che oggi coinvolge solo il 15% delle superfici e sulla formazione degli operatori che lavorano nel bosco – afferma il presidente della Federazione nazionale risorse boschive di Confagricoltura, Enrico Allasia –: noi ci siamo attivati con altri partner, quali Alberitalia, Sisef, lo stesso ministero dell’Agricoltura, per cercare di portare avanti questo concetto di valorizzazione del bosco non solo in termini di prodotto, ma anche di servizi ecosistemici. Una superficie forestale gestita e non lasciata a sé stessa — aggiunge Allasia — significa legno nelle zone vocate, ma anche turismo ed economia di base per prodotti come funghi e tartufi. Non meno importante è la filiera medicale per le foreste: le persone che hanno bisogno di una riabilitazione psicologica o motoria possono usufruire di questi spazi e questa è un’altra opportunità che i boschi offrono agli imprenditori che vogliono cimentarsi in questo campo».
Intervenendo in occasione della ricorrenza di ieri, Matteo Piloni, consigliere regionale e referente del Pd in commissione Agricoltura, non ha lesinato le critiche alle politiche ambientali adottate nell’ultimo trentennio in Lombardia.
«Abbiamo ben poco da festeggiare, dal momento che la nostra è la regione più inquinata d’Europa e l’ambiente dovrebbe diventare una vera priorità per chi la governa. Invece, purtroppo, da oltre 27 anni qui non si va oltre i proclami. Basti ricordare che per la sostituzione delle caldaie più inquinanti la sola città di Milano ha investito negli ultimi anni il triplo delle risorse concesse dalla giunta regionale. Non ci siamo, bisogna fare molto di più. Risale esattamente a tre anni fa la mia proposta, diventata poi legge nel maggio del 2020, che prevede, entro il 2035, la realizzazione in Lombardia di almeno dieci mila ettari di nuovi boschi e di sistemi forestali multifunzionali. A conti fatti, parliamo di 15 milioni alberi, ma non solo, perché il sistema comprende anche siepi, filari, marcite, oltre agli strumenti che contribuiscono ad aumentare la biodiversità, la produzione agricola e dunque a migliorare la qualità dell’ambiente della nostra regione, nelle aree urbane e agricole».
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