Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

TRUFFA ALLA ONLUS UNITI

Renato Crotti patteggia 3 anni e 4 mesi di reclusione

Il patteggiamento, già accordato con la Procura nella fase delle indagini preliminari, è stato accolto dal gip Elisa Mombelli. Alla onlus, Crotti aveva proposto un risarcimento di 25 mila euro

Francesca Morandi

Email:

fmorandi@laprovinciacr.it

11 Novembre 2022 - 05:25

Renato Crotti patteggia 3 anni e 4 mesi di reclusione

CREMONA - Accusato di essersi indebitamente appropriato di oltre 300 mila euro, i soldi donati dai cremonesi a Uniti per la Provincia di Cremona — la onlus nata nel marzo del 2020 in piena pandemia con lo scopo di contribuire a risolvere la grave emergenza sanitaria — Renato Crotti, 55 anni, da Crema, l’ex dipendente Finarvedi che gestiva ‘Uniti’, ieri ha patteggiato 3 anni e 4 mesi di reclusione.


Il patteggiamento, già accordato con la Procura nella fase delle indagini preliminari, è stato accolto dal gip Elisa Mombelli. Alla onlus, Crotti aveva proposto un risarcimento di 25 mila euro, soprattutto per incassare l’attenuante. Una offerta «irricevibile» per Uniti che l’ha rispedita al mittente, perché l’associazione vuole essere risarcita sino all’ultimo centesimo. Ma tant’è.

Il gip Elisa Mombelli


Il prossimo passo della onlus, assistita dall’avvocato Roberto Guareschi, è di portare Crotti davanti a un giudice civile.
Fissata alle 9 del mattino, l’udienza è slittata alle 13 per un problema di collegamento dal carcere dove Crotti è detenuto dal 23 ottobre di un anno fa con accuse shock: possesso di materiale pedopornografico e prostituzione minorile e di possesso, reati per i quali lui lo scorso settembre ha patteggiato 5 anni e 6 mesi di reclusione davanti al gup del Tribunale di Brescia (competente per questi reati è, infatti, la Procura di Brescia). È, questa, l’ indagine nata dall’inchiesta madre della Guardia di Finanza sui soldi distratti a Uniti per la Provincia di Cremona, onlus costituita il 13 marzo del 2020, il più crudele dei mesi con i giorni scanditi dalla paura e dal dolore. Una ondata pandemica impastata con le lacrime versate per i molti morti sconfitti dal Covid in casa e nelle corsie degli ospedali in affanno.

La pm Vitina Pinto


I cremonesi raccolsero immediatamente l’appello lanciato dalla onlus gestita da Crotti. un insospettabile che da subito cominciò con i suoi traffici». Non fece tutto da solo. Tra gli indagati c’è Attilio Mazzanti, il suo braccio destro, colui che per l’accusa reclutava personaggi. L’indagine coordinata da un pool di pm, esplose a luglio con la Guardia di Finanza che cominciò a sequestrare una montagna di carte. Le Fiamme Gialle ci guardarono dentro, accertando un giro di fatture false per drenare i soldi dal conto corrente della onlus, svelando ripetuti tentativi di inquinare le prove. Ma Crotti non fece tutto da solo. Per l’accusa lui era «il regista», il promotore di una associazione finalizzata ad appropriarsi del denaro della onlus con la complicità di vari personaggi, titolari di società disposti ad emettere false fatture e guadagnarci. Crotti «il regista», Attilio Mazzetti di Soresina (indagato) il suo braccio destro che nel novembre successivo fu arrestato (poi rimesso in libertà ).

Il gip Pierpaolo Beluzzi scrisse nell’ordinanza: «Il programma criminoso dell’associazione era indiscutibilmente legato al perdurare della onlus. Non vi è dubbio che l’intenzione del gruppo fosse di portate avanti il sistema di fatture false fintanto che sul conto dell’associazione vi fosse stata disponibilità. Considerato che all’epoca certo non si poteva prevedere la durata dell’emergenza sanitaria e delle difficoltà del territorio cremonese che avevano dato origine all’iniziativa di raccolta fondi, la durata del programma criminoso non era certo predeterminata, ben potendo sul conto della onlus continuare a pervenire donazioni dei cittadini, ciò che avrebbe prolungato l’azione criminosa del gruppo per un tempo non definito».

LA DICHIARAZIONE UFFICIALE DI BOZZINI

«Oggi si è chiuso il procedimento nei confronti di Renato Crotti, ma l’Associazione Uniti per la Provincia di Cremona proseguirà una causa civile, in via esclusiva nei confronti dello stesso Renato Crotti, in quanto viene ritenuto il regista di tutto il malaffare», ha commentato Giovanni Bozzini, segretario generale della onlus. «Successivamente - ha aggiunto Bozzini — in sede di udienza preliminare la nostra azione proseguirà nei confronti di tutti i soggetti autori dell’appropriazione indebita perpetrata nei confronti dell’Associazione per tutti i danni causati, compresi i danni morali e patrimoniali, non patrimoniali e di immagine». Uniti per la Provincia di Cremona pretende di essere risarcita sino all’ultimo centesimo.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400