L'ANALISI
21 Aprile 2021 - 06:31
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CASTELVERDE (21 aprile 2021) - «Facciamo qualcosa tutti assieme, senza paura e senza vergogna, contro l’anoressia. A Cremona manca un centro specializzato nella cura dei disturbi alimentari e i nostri ragazzi hanno bisogno di un intervento di un team di specialisti subito, sin dai primi momenti, prima che la malattia si cronicizzi. Ogni città dovrebbe averne uno per evitare di girare come trottole». È questo l’appello di Katiuscia Durante, la mamma di una ragazza di 19 anni, che da sette anni insieme alla famiglia, sta aiutando la figlia ad affrontare l’anoressia. Un percorso terapeutico e di cura intrapreso tra mille difficoltà. «A Cremona – prosegue Durante – non esiste un’area dedicata a questi disturbi, né a livello ospedaliero né a livello privato o convenzionato. E per questo, noi, come tante famiglie ci siamo trovati a girare come trottole per cercare supporto in strutture collocate in altre province o addirittura fuori regione, affrontando difficoltà non solo a livello economico ma soprattutto a livello logistico. Le ragazze o i ragazzi sono sballottati tra vari ospedali senza avere un posto fisso e accessibile alle loro possibilità di movimento autonomo. E questo è davvero molto destabilizzante per loro. Ci sono strutture che hanno la lista di attesa che va dai sei mesi ad un anno. Sono venuta a conoscenza che qualcosa si sta muovendo, ma ho voluto sottolineare e portare alle luce le difficoltà affrontante e vissute in prima persona per far comprendere quanto grave sia questa malattia. Più si aspetta, più la malattia si cronicizza e più difficoltà si incontrano».
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