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CORONAVIRUS. LA PREVENZIONE

«Noi di nuovo in prima linea. Serve il contributo di tutti»

I medici in pensione pronti al ritorno per vaccinare: l’invito ai colleghi di Paolo Bodini, Fulvia Balotta e Sergio Morandi

Daniele Duchi

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redazione@laprovinciacr.it

05 Marzo 2021 - 07:02

«Noi di nuovo in prima linea. Serve il contributo di tutti»

CREMONA (5 marzo 2021) - L’approvvigionamento delle dosi è fondamentale, ma non basta: per intensificare davvero la campagna vaccinale servono ulteriori medici pronti a mettersi a disposizione per somministrarle. Un appello rivolto anche a quelli in pensione, che sono chiamati a diventare volontari della campagna vaccinale. Per reclutarli sono stati aperti due bandi, da parte di Ats Valpadana e Regione Lombardia: allo scopo di creare un elenco di personale medico-sanitario che possa consentire di organizzare al meglio il piano somministrazioni. Informazioni e modulistica sono accessibili anche tramite i link facilitati https://urly.it/3bny1 e https://urly.it/3bnxy, con candidature possibili sino alla fine della campagna vaccinale. A spiegare perché è importante aderire, lanciando quindi un appello ai colleghi, sono tre professionisti molto stimati a Cremona e oltre. I medici Paolo Bodini, Fulvia Balotta e Sergio Morandi hanno infatti deciso di mettersi in gioco in prima persona: «Vogliamo dare il nostro contributo e chiediamo di seguire il nostro esempio – dicono –. Ognuno può farlo in base alla propria disponibilità di tempo. L’unione fa la forza».
Bodini, ex primario di Medicina al Maggiore ed ex sindaco di Cremona, spiega: «Già lo scorso anno avevo deciso di mettermi a disposizione per fronteggiare la pandemia, ma purtroppo nel momento clou mi sono ammalato io stesso e sono stato costretto a restare a casa per oltre due mesi. Aspettavo dunque l’occasione per potere dare il mio contributo concreto. Anche perché sono fermamente convinto che per accorciare i tempi del piano vaccinale sia necessario essere in tanti. Io ho dato una disponibilità ampia, perché in questo momento ho tempo a disposizione e posso quindi farlo, ma il vantaggio di questa organizzazione su turni è che si può dare disponibilità anche per un numero limitato di ore. Quindi ogni medico potenzialmente può diventare volontario. La flessibilità credo possa favorire le adesioni. L’appello che mi sento di fare ai colleghi – conclude il dottor Bodini –, e mi rivolgo soprattutto a quelli in pensione come me, è di contattare l’organizzazione e mettersi a disposizione. Basta anche un solo giorno a settimana».
La ginecologa Balotta si è proposta spontaneamente, ancora prima di sapere che Asst aveva effettivamente bisogno di medici volontari per la campagna vaccinale: «La mia è stata un’iniziativa indipendente, presa perché come medico ho sentito il bisogno di fare qualcosa di concreto, di dare una mano vista la difficile situazione – spiega –. Sono in pensione e voglio rendermi utile. Ho indicato una disponibilità di due giorni a settimana, ma con massima flessibilità. Anche perché credo che in questa fase così delicata i turni dovranno essere stabiliti di volta in volta, anche in base alle disponibilità dei vaccini. L’ideale sarebbe accelerare al massimo, senza soste: non devono più esistere né sabati né domeniche. Tutto dipenderà anche da quanti medici aderiranno, mi auguro tanti».
Il dottor Morandi, responsabile dell’Unità di Ematologia degli Istituti ospitalieri di Cremona sino al 2009, è a sua volta in pensione. E ha deciso con entusiasmo di mettere a disposizione il suo tempo libero: «Anche io l’ho fatto nel tentativo di accelerare i tempi della campagna vaccinale. Il mio primo turno sarà già lunedì 8 marzo, dalle ore 14. Si procederà con i vaccini tutti i giorni, anche di domenica, con due turni giornalieri di sei ore. Io ho dato disponibilità per tre giorni settimanali e ho già fornito le indicazioni per tutto il mese di marzo. Credo che con le disponibilità di dosi incrementate e la disponibilità dei medici, potremo finalmente dare l’impulso atteso alla campagna vaccinale. E sono contento di essermi messo a disposizione».
L’ottimismo e lo spirito di dedizione dei tre professionisti, in un momento come quello attuale con i contagi in salita e i divieti sempre più pesanti, non è solo un esempio: è anche simbolo di speranza.

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