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CORONAVIRUS. LA SCUOLA
CREMONA (13 gennaio 2021) - L’emergenza Covid ha portato alla ribalta la questione scuola. La scuola ha conquistato le prime pagine dei giornali, ma non ancora la priorità delle decisioni politiche. La minaccia di un nuovo lockdown, il rischio dell’incrudelirsi del contagio non solo mettono a rischio la salute fisica, ma rendono un percorso ad ostacoli il rapporto fra la scuola e la comunità. In più gennaio è tempo di iscrizioni. La scelta della scuola deve convivere con il distanziamento e tutto si fa più difficile. Maura Ruggeri, assessore alle Politiche educative del Comune, cerca di rispondere e spiegare le strategie messe in atto dall’amministrazione in questo dedicato periodo in cui è difficile immaginare un futuro.
Quale impegno devono assumersi gli adulti e la politica?
«In primo luogo riportiamo a scuola tutti i ragazzi , ma come Paese impegniamoci a migliorarla e non è solo un problema di strutture e di arredi abbiamo anche un problema di miglioramento della qualità dell’offerta. Uscire dalla fase emergenziale deve significare avere un piano nazionale che consenta di investire sulle strutture e soprattutto sulle risorse umane, sugli insegnanti, sulla valorizzazione di competenze e di esperienze già disponibili, ma anche sulla formazione e sul reclutamento e su retribuzioni più adeguate ».
C’è chi afferma che quanto sta accadendo si connoti come un’emergenza educativa, la cui gravità non è inferiore a quella sanitaria. Quali sono i margini di azione che può avere il Comune per agire in maniera efficace?
«Siamo di fronte ad un’emergenza educativa gravissima. Abbiamo ricevuto richieste da studenti, insegnanti e famiglie perché ci facessimo interpreti dell’esigenza di fare il possibile per creare le condizioni per il rientro in presenza degli studenti delle superiori. La Dad ha avuto il carattere di una didattica emergenziale, ma l’isolamento è una vera e propria sofferenza per gli adolescenti e si è prolungato eccessivamente. Il rientro in presenza è un’esigenza che condividiamo fino in fondo consapevoli del crescente disagio dei ragazzi, privati della possibilità di disporre dei momenti di relazione e degli stimoli all’apprendimento. Tutta l’amministrazione si è impegnata, a partire dal sindaco , per condividere con le istituzioni competenti, le soluzioni possibili per la ripartenza graduale di tutta la scuola in presenza. Ovviamente sempre in relazione alle disposizioni emanate a livello nazionale e regionale».
Leggi tutta l'intervista sul giornale La Provincia di oggi
© RIPRODUZIONE RISERVATA DI TESTI, FOTO E VIDEO
12 Gennaio 2021
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Direttore responsabile: Marco Bencivenga
Commenti all'articolo
renzo
2021/01/13 - 09:48
Vera emergenza educativa: la scuola ha fatto e sta facendo la sua parte, ma ribadisco il problema è al di fuori della scuola. Se non offri ai ragazzi "lo sfogo " di qualcosa d'altro (p.e. lo sport e qui posso dire come dirigente sportivo in ottima sicurezza) , buona parte dei ragazzi violano costantemente le regole (distanziamento- mascherine) inficiando quanto di buono viene loro offerto. Purtroppo i genitori, in questo aspetto, sono spesso assenti in nome di un buonismo controproducente.
Rispondi
Ivano
2021/01/13 - 14:41
Condivido e aggiungo che questi ragazzi bisogna anche saper ascoltarli e capiremmo che sarebbero propositivi, responsabili e osservanti le regole più di quanto immagineremmo.
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