L'ANALISI
10 Dicembre 2020 - 10:33
Candida Livatino con il suo ultimo libro «Dagli scarabocchi alla firma»
CREMONA (10 dicembre 2020) - Minuta, discendente, rovesciata, accartocciata, aggrovigliata, confusa, artritica, filiforme, solenne, oscura, profusa: la nostra scrittura è una seconda impronta digitale. Non ne troveremo una uguale, perché in quei segni ci sono i cardini del nostro vissuto e lo stato d’animo di quel momento. Quando scriviamo a mano, siano parole scritte, scarabocchi o disegni, tracciamo sulla carta non soltanto il segno grafico.
Il risultato di quel movimento racconta tutto di noi e dei nostri tratti psicologici. Con «Dagli scarabocchi alla firma. La grafologia rivela chi sei» (Mursia edizioni, 177 pagine, 16 euro, prefazione di Francesco Vecchi), Candida Livatino indaga l’animo umano e nel contempo offre al lettore alle prime armi nella materia i rudimenti di una scienza affascinante e misteriosa. Giornalista pubblicista, perito grafologo specializzata nell’analisi della scrittura e dei disegni dell’età evolutiva, Livatino collabora con le testate giornaliste del gruppo Mediaset. Nel 2019 ha vinto il premio internazionale Bronzi di Riace.
C’è un capitolo, in apertura del libro, dedicato a ragioni e benefici dello scrivere a mano. Nel mondo della comunicazione digitale è diventata un’opzione?
«È una delle opzioni possibili ma irrinunciabile a ogni età. Favorisce la concentrazione, poichè mente e mano tendono ad un solo obiettivo e intanto il cervello è costretto a selezionare i concetti più importanti, l’essenza di ciò che stiano ascoltando. Mette in moto la memoria e la rafforza anche a lungo termine. Sviluppa la creatività, mentre scriviamo il cervello è libero di elaborare idee, esercitare lo spirito critico, formulare nuove intuizioni. Infine la calma: mettere nero su bianco pensieri e stati d’animo aiuta a scaricare la tensione».
Dà una mano anche alla longevità...
«Così come scrivere a mano e leggere molto rafforza lo sviluppo di alcune competenze cognitive dei bambini, la stessa attività rallenta gli effetti dell’invecchiamento, allena cervello e memoria, influisce positivamente sull’umore».
Scrivere al pc è una grande comodità...
«Fa sempre piacere ricevere un messaggio d’amore con un watsapp pieno di cuori e baci. Vuole mettere la stessa frase scritta a mano su un foglio fatto trovare sotto il cuscino o nella tasca della giacca del partner? Tutta un’altra emozione, più palpabile e vera. Che si può toccare. Neppure le cartoline si scrivono più, oggi il postino recapita soltanto bollette.... ».
Sotto la sua lente sono passate le scritture dei grandi, delle persone comuni, dei protagonisti della recente cronaca nera. Cosa le hanno raccontato?
«Il carisma e l’armonia del tratto di D’Annunzio, il controllo su tutto e tutti del premier Conte, la scrupolosità e la riservatezza di Mattarella, l’energia e la tendenza dominatrice di Salvini, l’egocentrismo e la testardaggine di Francesco Totti».
Alberto Stasi e Pietro Pacciani scrivono in stampatello.
«Sono grafie inquietanti. Stasi condannato in Cassazione per l’omicidio di Chiara Poggi scrive in stampatello, tratto caratteristico di chi non vuole mostrare la propria personalità. La dimensione delle lettere è piccola, tiene a bada le proprie emozioni. Ha un forte autocontrollo come denotano le lettere rigide, prive di inclinazione. Lo scritto di Pacciani è privo di margini, occupa tutti gli spazi e l’effetto è quello di una grande confusione specchio del suo stato mentale. Alterna lo stampatello al corsivo e anche la dimensione delle lettere varia in continuazione: in lui convivono molte personalità, l’incapacità di controllare quelle pulsioni che si trasformano in ossessioni. È spavaldo e arrogante, lo dicono le lettere «v» e «n» caratterizzate da un’astina che sale verso l’alto».
La pressione del tratto con cui appongo la mia firma racconta il desiderio di impormi socialmente?
«La firma rappresenta l’io sociale, il biglietto da visita con cui vogliamo presentarci. Come nel testo, anche nella firma la pressione permette di identificare quanta energia vitale abbiamo in quel momento. Se nella firma è leggera e nel testo forte, vorrà dire che si riserva una maggiore attenzione all’io privato e non a quello di relazione. E viceversa. Ma sta a chi conduce l’analisi grafologica interpretare un segno strutturale da quello legato a un particolare momento».
INTERVISTA INTEGRALE SU LA PROVINCIA DEL 10 DICEMBRE 2020
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