L'ANALISI
09 Dicembre 2020 - 06:47
CREMONA (9 dicembre 2020) - Il divieto di spostamento tra Comuni nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno contenuto nell’ultimo Dpcm del premier Giuseppe Conte fa ancora molto discutere. Ci sono piccoli centri dove abitano 500 persone, alcune delle quali, essendo sole, non potranno vedere figli e nipoti che vivono nel paese limitrofo o magari a decine di chilometri di distanza. Cittadini che ogni giorno sono costretti a spostarsi per accedere ai servizi essenziali come farmacia, negozi di alimentari, medico di base, ma che per questi tre giorni non potranno neppure pranzare o cenare con i familiari più stretti. Anche le Regioni hanno espresso all’unanimità tutta la loro perplessità, in difesa dei cittadini che abitano nei centri più piccoli e che si sentono discriminati rispetto agli abitanti delle grandi città. I sindaci dei piccoli Comuni sono quasi tutti concordi nell’evidenziare il non senso di paragonare le grandi città come Milano o Roma ai piccoli centri come Derovere o Volongo. Ma nonostante le restrizioni, ognuno, a suo modo, sta cercando di far sentire i propri concittadini meno soli in questo periodo.
Michel Marchi che oltre a rivestire il ruolo di sindaco di Gerre de’ Caprioli è anche presidente Anci Lombardia spiega: «Come Anci auspico che venga rivista la scelta di chiudere i comuni comunali nei giorni di festa, decisione semplicistica dettata dal consueto distacco ideologico e operativo di Roma dalle periferie. Certo però non possiamo risolvere il problema con istituzioni che incitano alla disobbedienza civile, non ce lo possiamo permettere. Da amministratore comunale cercherò, assieme a tutti i consiglieri, di non non far mancare il calore a tutte le famiglie, anche senza eventi fisici proveremo ad essere vicini a tutti. Per questo stiamo organizzando qualche sorpresa. Auspico che anche i bar e i ristoranti possano riaprire per poter prendere una boccata di ossigeno».
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