L'ANALISI
27 Novembre 2020 - 07:02
CREMONA (27 novembre 2020) - Asst Cremona è ufficialmente uno dei 79 centri clinici sperimentali in Italia dove si testerà l’efficacia del plasma iperimmune nella cura dei pazienti affetti da Covid. Il via libera, decretato il 17 novembre dalla delibera a firma del direttore generale Giuseppe Rossi e reso pubblico solo l’altro ieri, arriva però in contemporanea all’uscita di due importanti studi che testimoniano, al contrario, l’inefficacia di questa cura per il Coronavirus. La sperimentazione che coinvolge Cremona è quella relativa al progetto «Tsunami», acronimo che significa «TranSfUsion of coNvaleScent plAsma for the treatment of severe pneuMonIa due to SARS.CoV2». Si tratta dello studio che vede come capofila l’Azienda ospedaliero-universitaria di Pisa e il Policlinico San Matteo di Pavia, quest’ultimo il primo istituto ad avere testato e avviato un protocollo per la plasmo-terapia, con la guida di Cesare Perotti, dirigente di Immunoematologia, in collaborazione con l’Ospedale Carlo Poma di Mantova, dove a seguire la sperimentazione è il professor Giuseppe De Donno, direttore della Pneumologia e Terapia intensiva respiratoria.
Sul coinvolgimento di Cremona, alcune indiscrezioni al riguardo erano uscite a settembre: come è noto all’ospedale Maggiore lo «stoccaggio» e l’utilizzo dell’emoderivato sono pratiche che vengono quotidianamente effettuate. Solo quindici giorni fa il dottor Massimo Crotti, primario dell’unità operativa di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale aveva lanciato l’allarme sulla necessità di aumentare le donazioni degli ex pazienti e rafforzare così le scorte di sacche.
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