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CORONAVIRUS. I PRESIDI SANITARI

«Sos» bombole di ossigeno, ora iniziano a scarseggiare

L’appello ai cittadini: «Restituite quelle inutilizzate». Galli, Federfarma: «I numeri vanno tenuti sotto controllo»

Cinzia Franciò

Email:

cfrancio@laprovinciacr.it

18 Novembre 2020 - 06:24

«Sos» bombole di ossigeno, ora iniziano a scarseggiare

CREMONA (18 novembre 2020) - È di nuovo allarme per la carenza di bombole di ossigeno in Lombardia. Il passaparola tra farmacie e aziende produttrici è costante ed è arrivato anche a Cremona. Qui, l’emergenza si era fatta sentire durante la prima ondata: tra marzo e aprile i contenitori utilizzati per la terapia domiciliare dei casi di Covid-19 erano quasi introvabili. Erano intervenuti addirittura Carabinieri e Nas per riuscire a racimolarne qualcuno. Ora, nel pieno della seconda fase pandemica, i numeri iniziano a scarseggiare ancora. Ed è già allerta. Nel territorio, la zona dove il problema si sta facendo sentire maggiormente è il casalasco, mentre nel capoluogo e nei paesi del cremonese la situazione appare ancora sotto controllo.

In questo frangente giocano un ruolo fondamentale le farmacie: sono proprio quelli distribuiti dai presidi i contenitori più ricercati, perché assicurano maggiore sicurezza e aderenza alle normative. «La vera emergenza ora è a Milano e nella zona del nord Lombardia – afferma Rosanna Galli, presidente di Federfarma – . In ogni caso anche qui i numeri vanno tenuti sotto controllo: la carenza è a macchia di leopardo, differente da zona a zona. Ats ha elaborato un piano per evitare la situazione critica che si è verificata la primavera scorsa: il territorio è stato suddiviso in tre macrozone, tra cremonese, cremasco e casalasco e ad ognuna è stato assegnato un fornitore». 

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