L'ANALISI
30 Settembre 2020 - 06:18
Il pneumologo Giancarlo Bosio
CREMONA (30 settembre 2020) - Smog e Covid. Un connubio ancora tutto da decifrare. E sul quale la scienza non si è ancora pronunciata in modo definitivo ed univoco. «Esiste questa teoria ma è ancora estremamente difficile dimostrare una correlazione – afferma il dottor Giancarlo Bosio, primario di Pneumologia all’ospedale Maggiore di Cremona e da sempre in prima fila nella lotta al Coronavirus – . Sicuramente, è un dato di fatto che questo morbo per propagarsi in modo massivo ha scelto la Pianura Padana, che è il luogo più inquinato d’Italia e d’Europa. Ma ancora non è stato possibile capire le reali ragioni: perché proprio qui? Perché, poi, sul territorio di Cremona ha avuto questa alta diffusione, prima di coinvolgere Piacenza, e quindi Bergamo e Brescia? Sono domande alle quale ancora si cerca di dare risposta. Tra le tante ipotesi c’è anche quella relativa all’alta percentuale di smog, anche se io, personalmente, non lo penso». E se lo smog non è direttamente correlato con il Coronavirus, un apparato respiratorio già indebolito è sicuramente preda più facile del morbo. Intanto, prosegue l’osservazione da parte dell’équipe del dottor Bosio sugli ex malati gravi: in questi mesi ne sono stati visitati 300. Sul fronte delle cure, poi, c’è molta attesa: «Sono due le armi che giudico fondamentali a questo punto – conclude Bosio – la produzione di immunoglobuline e il vaccino: solo così potremo stare un po’ più tranquilli».
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