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CORONAVIRUS. LA SCUOLA

Studente con il mal di gola, il racconto di una mamma

L’attesa della telefonata di Ats, il tampone, l’isolamento fiduciario

Cinzia Franciò

Email:

cfrancio@laprovinciacr.it

19 Settembre 2020 - 07:10

Studente con il mal di gola, il racconto  di una mamma

In fila per effettuare il tampone presso i laboratori dell’Asst di Cremona

CREMONA (19 settembre 2020) - «Mio figlio è rientrato da scuola, frequenta la seconda superiore, con raffreddore, mal di gola e febbre fra i 37 e 37 e mezzo», racconta la mamma. «Mi è sembrato giusto consultarmi col mio medico per capire il da farsi — prosegue —. Ho ritenuto doveroso farlo per sperare di poter escludere il Covid e per tutela degli altri. Ovviamente ora mio figlio rimarrà a casa da scuola, fino a quando non avremo l’esito del tampone. Così pure noi siamo in isolamento fiduciario».
Un po’ di ansia c’è, ma c’è anche la speranza che si tratti solo di un semplice raffreddamento. Ciò che mette in allarme sono le informazioni non sempre univoche: «Spiegati i sintomi, il mio medico ha avviato la procedura di richiesta di tampone all’Ats — continua —, mi ha anche sottolineato che la situazione è molto confusa, le norme non sempre sono chiare, probabilmente la macchina organizzativa deve ancora rodarsi. In giornata mi avrebbero dovuto chiamare, mi ha detto. In realtà a ventiquattro ore dalla segnalazione del mio medico non ho ricevuto alcuna chiamata».

Ancora prima di far passare le 24 ore, la mamma del ragazzino ha deciso, con un modulo di richiesta inviatogli dal medico, di andare all’Asst a mettersi in fila per far fare il tampone al figlio. «Questa mattina (ieri per chi legge ndr) eravamo tutti in fila, tutti distanziati, adulti e ragazzini — racconta —. In fila c’erano persone che dovendo sottoporsi a esami diagnostici in ospedale sono tenuti a fare il tampone. Insieme a loro tanti bambini e ragazzi. Con un po’ di pazienza siamo riusciti a fare tutto. Ora attendiamo l’esito che speriamo di ottenere entro domani (oggi per chi legge, ndr)». La mamma prosegue nel suo racconto: «Parlando con le infermiere e gli operatori sanitari c’è chi mi ha detto che se va avanti così fra una settimana ci saranno grandi difficoltà a soddisfare le richieste».

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