L'ANALISI
18 Agosto 2020 - 06:57
CREMONA (18 agosto 2020) - «Siamo un gruppo di sei cremonesi, ci troviamo nel Sud del Peloponneso, un’area Covid-free - racconta dalla Grecia, Emilio Giazzi, docente di latino e greco al liceo Manin -. Leggo la stampa greca, mi tengo aggiornato su quanto accade qui e l’ho ovviamente fatto anche prima di partire, perché non volevo correre inutili rischi. Le zone in cui ci troviamo sono prive di contagio, le spiagge sono deserte e i greci prendono tutte le cautele del caso». Non come in Italia, fa intendere dal tono Giazzi, in procinto di tornare a casa: «A luglio sono stato in Puglia e lì ho avuto veramente paura. Gli assembramenti c’erano eccome, le spiagge erano un vero carnaio e me ne sono tenuto lontano, il più possibile. Bisognerebbe fare il tampone di rigore a chi arriva dal Sud Italia e dalla riviera romagnola, non a chi arriva dalla Grecia — afferma risoluto —. Qui in Grecia il distanziamento sulle spiagge è più che assicurato, spiagge deserte o quasi. Ieri al supermercato non solo tutti portavano la mascherina, ma gli ingressi erano realmente contingentati, cosa che ultimamente neppure da noi succede più. C’è molta cautela e rispetto delle norme, anche se i casi nell’area dove mi trovo sono nulli». La paura del contagio, ovviamente, rimane. Ma conclude Emilio Giazzi: «Se una preoccupazione c’è è legata più al viaggio in aereo che alla stretta permanenza in Grecia. Incrociamo le dita, tendendo alta la guardia e indossando la mascherina come si dovrebbe fare sempre».
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